Atalanta, per la pandemia un’emorragia di centomila spettatori

La Serie A ha perso la metà del pubblico e così anche il club nerazzurro. Nelle prime 10 partite del 2019/20, prima della pandemia, 195.354 tifosi in casa, ora 94.602.

Gli stadi mantengono la capienza al 50%, almeno per ora, ma il calcio spera in un’apertura allargata a breve. La stagione in corso è quella in cui gli impianti hanno ricominciato ad accogliere il pubblico: le regole, però, sono cambiate più volte, «ballando» tra l’apertura al 75% e il tetto dei cinquemila. Dopo la partenza al 50% della prima fase, fino al 10 ottobre, si è saliti al 75%, per poi tornare al 50% all’inizio del 2022, con la parentesi di due turni vissuti con la capienza di cinquemila spettatori.

La media in A: da 27.608 a 14.961

La Serie A, in pratica, ha perso la metà del pubblico: l’Atalanta è in media con le altre squadre. I dati sono riscontrabili paragonando la media spettatori di questa prima parte di 2021/22 vissuta a mezzo servizio con quella del 2019/20 prima dell’interruzione per la pandemia. Allora, un club contava in media 27.608 persone sugli spalti, oggi è sceso a 14.961: la discesa è stata del 45,81%. Si parla di circa tre milioni di spettatori in meno.

Per l’Atalanta il percorso è simile: è scesa da 19.535 a 9.460 spettatori a partita, diminuendo del 51,57%. In sostanza, da ieri a oggi, i numeri sono dimezzati. E la classifica di A per presenze allo stadio, in ottica bergamasca, è più o meno la stessa: c’è il miglioramento di una posizione, dal quattordicesimo al tredicesimo posto.

A Bergamo 10.000 in meno a partita

Entrando nel dettaglio, si possono confrontare i dati dell’Atalanta nelle singole partite, prendendo in esame le dieci giocate in casa di questo campionato con le dieci a porte aperte del 2019/20: quell’anno, peraltro, l’Atalanta giocò proprio solo dieci gare a Bergamo in condizioni di normalità, visto che le partite pre-pandemia furono dodici, ma le prime due (con Torino e Fiorentina) furono giocate sul neutro di Parma (per i lavori al Gewiss Stadium) e dunque sono tenute fuori dal conteggio. Allora, gli spettatori furono complessivamente 195.354, oggi sono poco meno della metà, 94.602: in sostanza, l’Atalanta ha perso per strada centomila spettatori, diecimila in ogni singola gara.

Stadi piccoli, problemi grossi

Se il club nerazzurro è più o meno in media con i dati del campionato, c’è chi si distingue, in un senso o nell’altro. Nel caso della Roma, quasi non si nota la differenza: la media è scesa di soli duemila spettatori a partita, da 39.397 a 37.245, ed è per questo che la squadra giallorossa è quella che ha portato più gente allo stadio nel 2021/22. Un motivo è nel fatto che un impianto molto grande come l’Olimpico è più difficile da riempire, quindi sono stati meno i «tagli» obbligati dal dimezzamento della capienza. Più pesante la situazione per i club che giocano in strutture più piccole, che sono abituati a riempire: è il caso dell’Atalanta, ma anche della Juventus, che è scesa del 53,46%. Poi, pesano anche i risultati: pure così si può spiegare il crollo verticale della Sampdoria, scesa del 73,54%, da 20.192 a 5.343, e oggi penultima in A (davanti al solo Sassuolo). In pratica, nel Ferraris blucerchiato, oggi, entra un quarto delle persone di ieri.

Si va però verso la normalità

Il calcio si augura di tornare presto a una situazione vicina alla normalità, in primis per questioni economiche. Fino a due anni fa, l’Atalanta poteva riempire il Gewiss Stadium con 21mila persone, mentre quest’anno ha spaziato tra 5.000 e 14.469: il punto più basso, paradossalmente, in occasione del big match con l’Inter, ma giusto perché era il turno del tetto fisso.

Record contro la Roma: 14.469

Si pensi che il record raggiunto in questo 2021/22 (14.469 spettatori contro la Roma) è inferiore a quello che era il numero degli abbonati nell’ultima stagione a pieno regime, che era oltre quota 16.500. L’Atalanta si prepara a sfondare i centomila allo stadio (dall’inizio del campionato) domenica contro il Cagliari, con il ritorno della capienza a metà. Poi, all’orizzonte potrebbero aprirsi nuove prospettive: con il miglioramento della situazione pandemica, potrebbero arrivare novità, con un aumento della capienza.

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