Addio a Pelè, leggenda del calcio: «Un campione nel cuore di tutti, per sempre»

Lutto. Il fuoriclasse brasiliano è morto a 82 anni. Cordoglio in tutto il mondo. La figlia Kely: «Tutto ciò che siamo è grazie a te. Ti amiamo infinitamente». L’Atalanta: «Con le sue giocate ha saputo incantare ed appassionare intere generazioni di tifosi».

Il calcio piange la morte di Pelè. A darne notizia, sul suo profilo Instagram, la figlia Kely Nascimento: «Tutto ciò che siamo è grazie a te. Ti amiamo infinitamente. Riposa in pace». Edson Arantes do Nascimento, per tutti Pelè, saluta il suo Brasile e il mondo all’età di 82 anni, dopo aver combattuto per diverso tempo la sua partita più difficile, quella contro un tumore al colon per il quale era stato operato nel settembre 2021. Aveva contratto anche il Covid. Lascia la moglie Nomi Aoki e sette figli. Considerato il miglior calciatore di tutti i tempi, è l’unico ad aver vinto tre Mondiali (1958, 1962 e 1970) e in carriera ha vestito solo due maglie a livello di club, il Santos - dove ha collezionato 1116 partite con 1091 gol - e i New York Cosmos. Ha vinto per dieci volte il campionato paulista (e in nove occasioni è stato anche capocannoniere), due Libertadores e due Intercontinentali. Con la maglia verdeoro - dati Fifa alla mano - ha segnato 77 reti in 91 gare.

Se il calcio non si fosse chiamato così avrebbe dovuto avere come nome Pelé, scriveva Jorge Amado. E ora che Pelé non c’è più, portato via da un tumore più feroce dei tanti mediani che lo hanno picchiato in campo, con lui davvero se ne va anche una parte importante di questo sport, quella a misura d’uomo e di campione che ha caratterizzato il ventesimo secolo.

D’altra parte Edson Arantes Do Nascimiento (come si chiamava prima di diventare un bisillabo dalla popolarità siderale pur in assenza di social) del calcio e stato indiscutibilmente O Rei, come lo soprannominarono estasiati i suoi connazionali brasiliani. Un monarca illuminato che in una vita da copertina ha regalato record (unico calciatore a vincere tre mondiali, il primo a 17 anni, 1279 reti segnate in carriera...) e soprattutto sogni. Generazioni di bambini hanno provato il colpo da fuoriclasse ispirandosi a Pelè su un prato di periferia, un cortile, un campetto. E in effetti chiunque poteva ispirarsi per una piccola parte a lui, che era fuoriclasse in tutto: destro, sinistro, velocità, dribbling e colpo di testa. Per lui si sono sprecate le iperboli. Atleta del secolo (assegnato dal Cio nel 1999), calciatore del secolo (ex aequo con Maradona). O Rei è stato con Muhammad Alì l’atleta più celebre della storia, famoso nei punti più remoti del mondo come nelle grandi capitali.

Nessun altro sportivo ha avuto più spettatori di lui. È stato intervistato e fotografato più di qualsiasi altra persona: statisti e divi del cinema. È stato accolto da «Rei» in 88 nazioni, e ricevuto da 70 premier, 40 capi di Stato e tre Papi. In Nigeria venne dichiarata una tregua di 48 ore ai tempi della guerra con il Biafra perchè a tutti, da entrambi gli schieramenti, potessero vederlo giocare.

Lo Scia’ di Persia lo aspettò tre ore in un aeroporto solo per potersi fare una foto con lui, le guardie alle frontiera cinese abbandonarono i loro posti e si spostarono a Hong Kong, attirandosi le ire del regime, solo perché avevano saputo che la Perla Nera si trovava quel giorno nella città -colonia. In Colombia Pelè fu espulso durante una partita, e la folla invase il campo costringendo l’arbitro alla fuga. Il match riprese solo con il ritorno in campo del grande brasiliano, a quel punto la folla torno’ disciplinatamente sugli spalti. Quando aveva 20 anni in Brasile venne dichiarato «tesoro nazionale», e fu quindi proibita la sua cessione all’estero: ci rimase male il presidente dell’Inter Angelo Moratti che sognava di portarlo in nerazzurro e gli aveva fatto offerte molto serie.

Cordoglio in tutto il mondo

Tantissimi i messaggi di cordoglio in tutto il mondo attraverso i social network, i siti e le agenzie di stampa. «Un dolore enorme, oggi lo sport piange un grandissimo, perché Pelé era il calcio». Lo ha dichiarato il Presidente della Figc Gabriele Gravina. «Anche grazie a lui, infatti, è diventato il gioco più amato e praticato in tutto il mondo. In lui milioni di persone si sono riconosciute in una bellissima storia di riscatto e di grande passione. La sua classe illuminerà per sempre i nostri occhi».

«Ispirazione e amore hanno segnato il viaggio di O’Rei Pelè, che è morto pacificamente oggi». È il messaggio che appare sull’account Instagram ufficiale del fuoriclasse brasiliano. «Nel suo viaggio, Edson ha incantato il mondo col suo genio nello sport, ha fermato una guerra, ha portato avanti il suo impegno sociale in tutto il mondo e ha diffuso quella che più di tutte credeva fosse la cura per tutti i nostri problemi: l’amore. Il suo messaggio diventa un’eredità per le future generazioni: amore, amore e amore. Per sempre».

«Eterno». E poi l’immagine di una corona, quella che campeggerà nel nuovo stemma della squadra dal prossimo anno. È l’omaggio del Santos a O’Rei: Pelè ha vestito la maglia del Peixe per quasi tutta la sua carriera.

«Le mie più sentite condoglianze a tutto il Brasile, e in particolare alla famiglia di Edson Arantes do Nascimento. Un semplice “addio” all’eterno Re Pelé non sarà mai sufficiente per esprimere il dolore che attualmente condivide l’intero mondo del calcio». È il messaggio di cordoglio di Cristiano Ronaldo. «Un’ispirazione, un riferimento ieri, oggi, per sempre. L’affetto che ha sempre dimostrato per me è stato reciproco in ogni momento condiviso, anche a distanza. Non sarà mai dimenticato e il suo ricordo vivrà per sempre in ognuno di noi amanti del calcio. Riposa in pace, O’Rei Pelé», chiosa l’ex attaccante di Real, Juve e Manchester United.

Anche l’Atalanta ha espresso il cordoglio per la morte di Pelè attraverso un messaggio letto dallo speaker del Gewiss Stadium di Bergamo, poi ripreso dai propri canali ufficiali, al termine dell’amichevole persa 1-0 con gli olandesi dell’AZ Alkmaar. «Un fenomeno, un grande, una leggenda che con le sue giocate ha saputo incantare ed appassionare intere generazioni di tifosi. Buon viaggio O Rei, riposa in pace» il messaggio dei nerazzurri.

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