«Il Mondiale? Per noi emigranti in Italia un orgoglio ancora più grande»

San Giovanni Bianco.La famiglia Fabbrini: Victor e Natacha si sono trasferiti in Val Brembana con i tre figli a inizio anno. Il bisnonno di lei, Pietro Milesi, era emigratoin Sudamerica da Fuipiano.

«Per noi argentini in giro per il mondo è ancora più bello. Siamo lontani dalla nostra terra, ma ci siamo uniti, abbiamo atteso tanti anni questo momento. Ed è arrivato proprio quando nel nostro Paese c’è tanta crisi sociale. È un momento di sollievo e riscatto per tutti».

Victor Fabbrini parla con orgoglio. Domenica pomeriggio era con tutta la famiglia e i connazionali arrivati dal Nord Italia in piazza Duomo a Milano, per seguire la finalissima con la Francia. «Prima l’attesa, la partita, il timore di perdere, la speranza e poi una gioia incredibile», continua. Condivisa con la moglie Natacha, 43 anni, e i figli Mirela, 15, Stefano, 13, e Rosella di sette anni.

Loro sono arrivati a gennaio di quest’anno dalla città di Santa Fe a San Giovanni Bianco, in Valle Brembana. Era la loro prima volta in Italia, preceduti da una zia. Un po’ all’avventura, alla ricerca di migliori condizioni di vita. «Non sapevamo se saremmo restati – racconta Victor, 44 anni, con gli avi di origini toscane –. Siamo stati accolti benissimo, in poco tempo siamo riusciti ad avere anche la cittadinanza italiana. Io ho trovato lavoro e ora vediamo il nostro futuro in questa bellissima valle». Una prima volta in Italia (in Argentina non sono ancora ritornati), ma per la moglie Natacha un ritorno nella terra del bisnonno Pietro Milesi, di Fuipiano al Brembo, oggi frazione di San Giovanni Bianco. Una storia di emigrazione dall’Italia all’Argentina che ora si ripete al contrario. Victor in Sudamerica era meccanico, qui a San Giovanni Bianco (abitano in via Castelli) ha trovato lavoro come trasfertista nell’azienda Effegi di via Piazzalunga. Da lunedì a venerdì gira per l’Europa ma per lui non è un problema, dice. «In Argentina le distanze sono enormi – racconta – e per andare da una città all’altra ci vogliono anche dei giorni. Spostarsi qui in Europa per me non è un problema, tutto è molto vicino».

Natacha è graphic designer, Mirela frequenta il liceo linguistico a Zogno, Stefano la scuola media a San Giovanni Bianco. Sono bastati pochi mesi per imparare l’italiano ma anche qualche parola in dialetto bergamasco.

Eppure l’arrivo in terra brembana non era stato dei più tranquilli... Stefano era caduto in bici nel Brembo. Tanta paura, le cure in ospedale. Ma tutto è finito bene. L’altra sera la grande festa con i connazionali: Victor e famiglia si sono sentiti un po’ di nuovo a casa, in terra argentina.

«Piazza Duomo a Milano era stracolma di argentini – continua Victor –. Sono arrivati da tutto il Nord Italia, ho visto pochissimi francesi. E anche gli italiani tifavano per noi. È stato bellissimo. Non ci sono veramente parole per descrivere la gioia che abbiamo provato, dopo tanta attesa, trepidazione, e il timore di perdere. Maradona era straordinario, ma oggi è Messi il più forte calciatore del mondo. Io nel 1986, quando l’Argentina vinse il Campionato del mondo, avevo solo otto anni, ma quelle immagini, la festa nella mia città, mi sono rimaste impresse. L’ho detto a mio figlio Stefano: quello che hai vissuto questa sera lo ricorderai per tutta la vita. Perché per noi argentini il calcio è più di uno sport».

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