La cura arriva dalla Danimarca
Atalanta, ingaggiato il guru Bangsbo

Il professore entra, part-time, nello staff atalantino. Gasp l’ha conosciuto alla Juve: è uno scienziato-fisiologo applicato al calcio.

In Danimarca il virus, dalla Danimarca la cura? L’Atalanta, che a Copenaghen ha perso una parte di sé, finendo inghiottita in un avvio di stagione da incubo, si affida a un danese per uscire dalla crisi. Pur trattandosi sempre di cose scandinave, la sindrome di Stoccolma, qui, non c’entra nulla: a Zingonia è planato Jens Bangsbo, l’uomo per inseguire la rinascita. Bangsbo il professore, Bangsbo il guaritore. Un po’ scienziato, un po’ allenatore, il sessantunenne ex Juve è approdato a Bergamo nelle vesti di consulente esterno: un rinforzo in uno staff tecnico già ampio, che non andrà a toccare ruoli o compiti già consolidati, ma servirà come arma in più.

Il danese, infatti, sarà a Zingonia solo per periodi limitati: quattro o cinque giorni al mese, per applicare la propria metodologia di lavoro, tra attività di ricerca e test personalizzati. Part-time, come è abituato a lavorare nel calcio. L’Atalanta, che non voleva perdere tempo, l’ha arruolato da una settimana. Gian Piero Gasperini ha conosciuto Bangsbo ai tempi della Juventus: quando Gasp allenava nel settore giovanile, il «collega» militava al piano di sopra, come assistente di Ancelotti e Lippi. Lì è nato un feeling che ha portato alla convinzione di oggi che l’ingaggio di un rinforzo in quel ruolo possa essere panacea per i mali atalantini: la new entry analizzerà i dati tecnici e atletici dei giocatori ed eventualmente proporrà modifiche agli attuali sistemi di allenamento. Ai tempi bianconeri, colpì per i metodi innovativi.

Ma chi è Bangsbo? Ex terzino destro senza picchi (un’onesta carriera spesa in Danimarca, tra gli anni ’70 e ‘90), il sessantunenne di Aarhus ha due lauree ed è uno dei guru a livello internazionale nel ramo della fisiologia dello sport: ha scritto più di venticinque libri ed è titolare di una cattedra all’Università di Copenaghen. Ha inventato lo yo-yo test, uno dei metodi più usati oggi dagli allenatori per valutare l’efficienza fisica dei calciatori. Oltre che con la Juventus, ha lavorato nel calcio anche con diversi club (Ajax, Porto, Liverpool, Aek Atene) e con la nazionale danese e ha ricoperto il ruolo di consulente per Uefa e Fifa. Un cervellone, uno scienziato applicato al calcio, a metà strada tra il ruolo di allenatore e quello di preparatore atletico. L’Atalanta in crisi spera di avere trovato il suo top player fuori dal campo: la guarigione passerà da lui? n 

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