La Juve è ancora la signora tricolore
Ecco il nono scudetto consecutivo

I bianconeri battono la Sampdoria e sono campioni con due turni di anticipo. Primo trionfo per Sarri in una stagione anomala con oltre tre mesi di stop per il Covid-19.

Di nuovo, sempre, solo Juve. La Vecchia Signora ha vinto ancora: né le avversarie (Inter a -7 a due giornate dalla fine), né il lockdown e neppure il ritmo infernale con cui si è giocato da giugno in qua sono riusciti a cambiare la musica di un disco che continua a suonare su un unico solco. Nono scudetto consecutivo, dunque, per la società più titolata d’Italia, arrivata a cucirsi il triangolino tricolore per la 36ª volta (va beh, per Agnelli e i tifosi saranno 38, ma questa è tutta un’altra polemica...).

Il destino s’è compiuto domenica sera (26 luglio), nella gara giocata contro la Sampdoria in uno Stadium tristemente deserto. Niente tripudio su quegli spalti svuotati dal covid, davanti ai quali s’è celebrata la festa privata di Bonucci e compagni: questo è senza dubbio un buon motivo di rimpianto per una squadra che, comunque, a questo punto s’è già scordata lo scivolone di Udine (primo match-ball sprecato giovedì sera), il crollo con il Milan, le tante incertezze palesate in dirittura d’arrivo.

La Juventus è campione d’Italia 2019-2020, la stagione della pandemia, esattamente come lo è stata negli otto campionati precedenti: questo rimarrà negli annali, questo è lo spirito godurioso che da ieri anima una squadra alle cui spalle, ora, si lotterà soltanto per la seconda posizione. Lì prenderà posto la prima delle perdenti, ha sentenziato Antonio Conte (proprio lui che, nella stagione 2011-12, inaugurò a Torino l’attuale serie d’oro) rimuginando sulle tante occasioni sprecate dalla sua Inter; lì vorrebbe tanto accomodarsi l’Atalanta, gli ha ribattuto Gian Piero Gasperini ricordando le meraviglie proposte dal suo gruppo straordinario.

Certo, la rivoluzione nel gioco suggerita dall’ingaggio di Sarri si è intravista soltanto a sprazzi: anzi, per taluni detrattori del 61enne tecnico reduce dal Chelsea non si è vista proprio. Ma tant’è: lui le critiche le ha liquidate fra battute taglienti e commenti spigolosi, riassunti con un eloquente «È una cosa che mi interessa poco». Alla fine chi vince festeggia e chi perde spiega: oggi la Juve esulta perché contro la Sampdoria - ampiamente sazia per la salvezza già raggiunta – ha fatto in pieno il suo dovere.

L’atto decisivo s’è consumato secondo un copione ampiamente prevedibile: al 7’ di recupero di un primo tempo caratterizzato da tanti infortuni (Chabot, Danilo, Dybala) Cristiano Ronaldo ha messo in porta il pallone dell’1-0 (ora i suoi gol nel torneo sono 31; e nel finale ha sbagliato un rigore); dopo l’intervallo, i blucerchiati hanno provato a rendere dura la vita agli avversari creando una serie di opportunità da rete, in un fuoco di paglia spento invece dal 2-0 di Bernardeschi.

E adesso Sarri e la sua truppa possono finalmente volgere pensiero e concentrazione alla Champions League, in vista del topico impegno datato 7 agosto: contro il Lione, nella gara di ritorno degli ottavi, servirà la migliore delle prestazioni per schiantare in casa i francesi, vittoriosi all’andata 1-0. Accedere alla fase finale del torneo più dorato d’Europa (dal 12 agosto a Lisbona) è il prossimo obiettivo che la Juve vuole, anzi deve centrare per non uscire da questa stagione avendo in bocca il più agrodolce dei sapori.

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