Sport / Hinterland
Mercoledì 17 Dicembre 2025
Lutto nel mondo del calcio bergamasco, è morto Eugenio Perico
L’ADDIO. Lutto nel mondo del calcio e dell’Atalanta. Nella giornata di mercoledì 17 dicembre è venuto a mancare Eugenio Perico, calciatore e allenatore. Aveva compiuto da poco 74 anni.
Curno
Con i suoi modi un po’ burberi ma straordinariamente efficaci, riusciva sempre a ottenere il meglio dai suoi ragazzi. Lutto nel mondo del calcio e dell’Atalanta. Nella giornata di mercoledì 17 dicembre è venuto a mancare Eugenio Perico, calciatore e allenatore.
Bergamasco, nato a Curno classe 1951, nel 1970 vestì la maglia dell’Atalanta per la prima volta per passare poi all’Ascoli, con cui ottiene subito la promozione in Serie A. Restò con i marchigiani ben otto stagioni, diventando un pilastro della difesa. È suo ed è tuttora imbattuto il record assoluto di presenze tra serie A e B con la maglia bianconera dell’Ascoli: 236.
All’Atalanta tornò nel 1981: per tornare a Bergamo scese dalla Serie A dove l’anno prima con l’Ascoli aveva giocato tutte le partite. Nella massima serie tornò poi con l’Atalanta nel 1984, giocando da protagonista nella squadra che conquistò due promozioni in tre anni facendo il doppio salto dalla C1 alla A.
Fra il 1983 e il 1986 fece da «fratello maggiore» al giovane Roberto Donadoni, bergamasco di carattere introverso come lui, che poi esplose: fu ceduto al Milan dove vinse tutto e giocò anche in Nazionale.
Disputa la sua ultima partita da professionista subentrando nei minuti conclusivi della finale di Coppa Italia 1986-87 persa 0-1 contro il Napoli.
Terminata la carriera di calciatore intraprende quella di allenatore, seguendo le giovanili dell’Atalanta. Con essa ottiene la conquista di quattro scudetti, tutti nella categoria Giovanissimi Nazionali nelle stagioni 2001-2002, 2003-2004, 2004-2005 e 2007-2008. Qui un suo «ritratto» di Mino Favini in una intervista a «L’Eco» del 2015 quando Perico concluse la sua esperienza da allenatore del settore giovanile nerazzurro proprio nel 2015: «Lo voglio ringraziare di tutto. Per noi è stato un allenatore straordinario, magari incuteva timore, ma è stato un grande educatore e un uomo squisito. I ragazzi lo temevano ma poi capivano l’importanza di Eugenio». E lo aveva descritto così negli anni insieme all’Atalanta: «È la persona che mi aiuta di più nelle relazioni, nelle osservazioni, nei giudizi degli osservatori, quella cioè che conosce meglio le problematiche del settore».
© RIPRODUZIONE RISERVATA