Masper, scarpette al chiodo
dopo una carriera prestigiosa

È delle scorse ore la notizia del ritiro dall’attività cestistica dell’ala-pivot Cristiano Masper, senza alcun dubbio una delle massime espressioni della pallacanestro bergamasca.

Nato il 27 settembre 1973 a Bergamo, cresciuto prima ad Orio al Serio, per poi trasferirsi a Campagnola ed, infine, a Ponte San Pietro, Masper è stato reclutato da 12enne, presso la Scuola Caffi della Malpensata, da Michele Fortis per conto del Nosari Basket, emanazione dell’Oratorio dell’Immacolata, con cui ha mosso i primi passi con la palla a spicchi. Nell’89 il trasferimento all’Auxilium Torino, dove è rimasto sino al 1995, completando l’excursus giovanile con coach Danna ed esordendo in A1 con Guerrieri.

È seguita una lunga e prestigiosa carriera ad alto livello, con quattro stagioni in Serie A e una quindicina di A2 e B Eccellenza, sviluppatasi a Napoli, Ragusa, Biella, Roma sponda Virtus, Scafati, Casale Monferrato, Pavia, Trapani, Moncalieri, per poi tornare nella stagione 2011/12 a Torino. Sono seguite un’annata a Legnano in B, due con la Bergamo Basket 2014, con l’unica promozione sul campo ottenuta dai cittadini, tre a Soresina, col doppio salto dalla D alla C Gold, per finire, nelle ultime due stagioni, difendendo i colori della Virtus Gorle in Serie C Silver regionale.

Masper, quali sono state le stagioni più significative? «Direi quelle tra i 26 e i 33 anni, a Biella, dove vinsi la A2 da protagonista, Scafati e Roma». A proposito di allenatori, quali sono stati i più importanti? «Il professor Dido Guerrieri è stato fondamentale ed avrei voluto averlo anche nella maturità, mentre Federico Danna è stato colui che mi ha lanciato. Il povero Massimo Mangano era un vero genio, mentre non posso scordare Lambruschi, Marcelletti e Vitucci». Quali sono stati i giocatori più importanti con cui invece ha giocato? «Su tutti direi Darryl Dawkins (anche lui morto, ndr), una vera superstar, fantastico per la sua disponibilità verso i giovani durante il mio primo periodo torinese, senza dimenticare altri stranieri di altissimo profilo come Randolph Childress, Jerome Allen, Antonio Granger, Jay Vincent e lo scomparso Kevin Mc Gee. A livello di italiani non posso non citare Pino Corvo, Enzo Esposito e Carlton Myers, cui sono legato da profonda amicizia». Masper e la pallacanestro bergamasca: «Direi che il detto nemo propheta in patria calzi alla perfezione. Sono andato via e sono stato via per tanti anni. Quando sono tornato c’era una doppia motivazione, legata alla scomparsa di mio padre. A forza di girare il Bel Paese avevo un po’ dimenticato la nostra natura di bergamaschi. Il basket cittadino è tornato in A2, vivendo anche annate importanti. Sarebbe bello dare continuità a tutto ciò, come sono brillantemente riusciti a fare a Treviglio, considerata da tutti un esempio gestionale. C’è tanta attività di base, numeri di rilievo, sarebbe importante avere anche una capofila che garantisca continuità, perseveranza e serietà».

Osteopata e ds di Soresina

Ora inizia una nuova esperienza da direttore sportivo a Soresina: «Che affronto con tanta umiltà, voglia di imparare e mettermi alla prova in un club dove sono stato per tre anni e che vuole iniziare un nuovo ciclo. Un impegno che andrà ad affiancare l’attività di osteopata. Smettere di giocare è stato apprezzato soprattutto dalla mia schiena e dalle mie caviglie, che hanno sopportato tanto stress nell’arco di oltre trent’anni di pratica».

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