Mister Juric: «Strutture, cultura e valori: a Bergamo una realtà mai vista»

L’INTERVISTA IN REDAZIONE. Il mister e il suo impatto con il pianeta Atalanta: «Sapevo cosa avrei trovato in campo, sorpreso in positivo da tutto ciò che sta attorno».

Pubblichiamo la seconda puntata della lunga intervista rilasciata dall’allenatore dell’Atalanta Ivan Juric durante la visita a «L’Eco di Bergamo» nei giorni scorsi. Oltre che su nuovi temi strettamente tecnici, il mister si sofferma sugli aspetti organizzativi e strutturali che ha avuto modo di apprezzare fin dai primi passi di questa sua nuova esperienza a Zingonia.

Mister Ivan Juric lavora bene a Zingonia. All’Atalanta ha trovato un ambiente di assoluto livello, una società forte e solida. Un terreno fertile, dove poter proporre il proprio calcio e valorizzare i calciatori. Un’organizzazione di assoluto livello, dove c’è una forte dedizione al lavoro da parte di tutti, un qualcosa di mai riscontrato in passato. È quanto emerge dalla lunga intervista che il tecnico ha concesso alla redazione de «L’Eco di Bergamo».

Dei calciatori, il tecnico croato dice: «Vedo in loro una cultura del lavoro pazzesca. Sono felice di essere all’Atalanta perché la caratteristica di andar forte, i calciatori, ce l’hanno dentro, è inculcata. È una cosa fantastica»

Dei calciatori, il tecnico croato dice: «Vedo in loro una cultura del lavoro pazzesca. Sono felice di essere all’Atalanta perché la caratteristica di andar forte, i calciatori, ce l’hanno dentro, è inculcata. È una cosa fantastica». Ma la cultura del lavoro è un qualcosa che riguarda chiunque, da sempre, lavori a Zingonia per l’Atalanta e sia cresciuto professionalmente insieme al club. Con dedizione, passione, sempre con il sorriso. Magari stando dietro le quinte, lontani dai riflettori dello stadio, ma risultando importantissimi nel lavoro quotidiano: «Dell’ambiente Atalanta mi ha colpito l’attaccamento. L’ho percepito da Marcello Ginami (il fisioterapista), dagli chef, dai responsabili di sala, da tutti. Dopo un mese mi sento a casa. Mi hanno fatto sentire bene dal primo momento. Non accade sempre. Hanno un grande attaccamento per il loro lavoro, lo svolgono sempre col sorriso e questo è un grande vantaggio per tutti».

Organizzazione ad altissimo livello

Juric sapeva quello che l’avrebbe atteso in campo. Ma all’Atalanta ha trovato anche un’organizzazione di altissimo livello e una propensione al lavoro mai riscontrati in precedenza: «Sapevo quello che avrei trovato a livello di lavoro in campo, sapevo che butti il pallone e i ragazzi vanno. Sono colpito e molto soddisfatto da tutto il resto. Ho trovato un’organizzazione di livello altissimo, assoluto: dallo staff medico (gestito da Riccardo Del Vescovo, già a Verona con Juric, dove “eravamo piccoli”, Ndr), ai cuochi, ai magazzinieri. Sono rimasto sorpreso in positivo».

Il tecnico croato riconosce anche l’importanza di avere figure bergamasche, come Cristian Raimondi, nello staff: «Lo staff medico è di altissimo livello nel prendersi cura dei calciatori e anche il mio staff è di valore assoluto. Ci sono figure d’esperienza, come il preparatore Barbero, e tanti giovani affamati, vogliosi di fare bene, includendo appunto anche Cristian»

Il tecnico croato riconosce anche l’importanza di avere figure bergamasche, come Cristian Raimondi, nello staff: «Lo staff medico è di altissimo livello nel prendersi cura dei calciatori e anche il mio staff è di valore assoluto. Ci sono figure d’esperienza, come il preparatore Barbero, e tanti giovani affamati, vogliosi di fare bene, includendo appunto anche Cristian». La crescita nel tempo della società è testimoniata anche dalla grandissima qualità delle strutture: «Lo stadio inglese, bello. È fantastico. Così come il centro sportivo. Sono entrambi testimonianza della crescita della società».

La fascia di capitano

A domanda se la fascia da capitano sarà fissa o no, Juric racconta che in passato, altrove, è capitato di far scegliere al gruppo squadra. A Bergamo però ha trovato de Roon con la fascia al braccio. E visto che la persona rispecchia sempre il calciatore, in questo caso definito «intelligente, affidabile, fidelizzato», il capitano sarà ancora l’olandese: «Io dico sempre ai miei giocatori: “Quando ti vedo giocare so chi sei”. De Roon è persona affidabile e intelligente, e in campo è lo stesso».

Negli anni a Juric è stata associata l’etichetta di «valorizzatore»: far crescere i calciatori è qualcosa che al tecnico croato «dà la gioia di vivere». Il lavoro fatto negli anni con Bellanova, che l’allenatore ha ritrovato a Bergamo, ne è un esempio: «Quello che mi dà più soddisfazione, tolta la pura vittoria, è vedere com’era Bellanova a Torino e com’è oggi. Ha fatto un percorso per arrivare a un livello importante come quello dell’Atalanta. Mi fa piacere prendermi cura dell’individuo, farlo crescere, migliorarlo anche come persona. Ma bisogna stare attenti a come si fanno crescere i giovani. Bellanova è passato da Bergamo ed è tornato dopo qualche anno, ma non perché qualcuno avesse sbagliato prima, ma perché all’epoca non era pronto per questo livello».

Il progetto sull’Under 23

Proprio per quanta riguarda la crescita dei giovani, è importante il progetto Under 23. Un bacino da cui Juric ha pescato Bernasconi, esterno mancino, titolare contro la Juventus nel Trofeo Bortolotti: «Bernasconi è un giocatore interessantissimo, così come Palestra (laterale destro, anche lui proveniente dall’Under 23, Ndr), che già era in rosa l’anno scorso. Bernasconi mi sta facendo una buonissima impressione».

Per lavorare bene coi ragazzi, è importante la comunicazione. Juric parla croato, italiano, inglese e spagnolo: «Per me è fondamentale parlare più lingue per poter comunicare con i calciatori, come con Kossounou, Ibrahim e Kamaldeen Sulemana. Saper comunicare ti dà grandissimi vantaggi, soprattutto umanamente. Questi ragazzi percepiscono una vicinanza importante, sentono che riesci a capirli, anche conoscendo la loro cultura».

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