Moioli e Goggia al Quirinale da Mattarella con la bandiera olimpica

Pechino 2022 La bergamasca Michela Moioli ha riconsegnato la bandiera olimpica al presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della cerimonia di martedì al Quirinale, a cui hanno presenziato anche l’altra medagliata orobica Sofia Goggia e il ds azzurro dello snowboard Cesare Pisoni.

A dicembre era stata Sofia Goggia a ricevere la bandiera olimpica dalle mani del presidente della Repubbliaca Sergio Mattarella. Martedì 5 aprile è stata invece l’altra campionessa bergamasca, Michela Moioli, a riconsegnarla al Capo dello Stato dopo i Giochi di Pechino. Il Quirinale ha infatti aperto le porte ai medagliati azzurri dei Giochi invernali per la tradizionale cerimonia a cui hanno ovviamente partecipato anche Moioli e Goggia, entrambe argento in Cina, e il direttore sportivo dello snowboard azzurro, il bergamasco Cesare Pisoni.

«C’eravamo lasciati il 23 dicembre in un momento di festa, ma con un affettuoso imbarazzo perché sarebbe stata l’ultima volta qui con lei. Oggi siamo molto felici di dire “ben trovato presidente”» ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò, alludendo al fatto che a dicembre sembrava scontato che Mattarella avrebbe lasciato il Quirinale dopo le elezioni che invece lo hanno riconfermato per altri sette anni. «Gli atleti e le atlete sono abituati ad avere il tifo, ma in questo caso hanno fatto il tifo per lei» è il messaggio che gli ha rivolto, durante il saluto istituzionale all’inizio della cerimonia, il numero uno del Coni.

Il tricolore è tornato a Roma insieme alle 17 medaglie dei Giochi Olimpici e alle 7 medaglie dei Giochi Paralimpici, al collo di uomini e donne che hanno scritto pagine indimenticabili di storia, in un momento di festa fortemente voluto dal Capo dello Stato.

A Pechino gli azzurri hanno conquistato 17 medaglie dei Giochi Olimpici e 7ai Giochi Paralimpici

«Siamo una nazione multidisciplinare - ha ricordato Malagò -. Tra Tokyo e Pechino siamo il terzo Paese al mondo ad aver conquistato medaglie in discipline diverse, dietro solo a Stati Uniti e Russia». Salutando e premiando uno ad uno i protagonisti della spedizione a cinque cerchi, Mattarella ha ringraziato gli azzurri «per aver onorato la bandiera». «Ogni mattina guardavo solo il numero complessivo del medagliere - ha aggiunto - perché è quel numero che dà l’idea della vitalità del movimento». Tra i successi «emozionanti» citati dal presidente, alcuni hanno particolarmente scaldato il suo cuore: quelli di Arianna Fontana, «che ha conquistato il maggior numero di medaglie ed è entrata nella storia», degli eroi del curling Constantini e Mosaner «in una specialità non molto praticata che mi ha appassionato», fino ad arrivare alle 4 medaglie di Bertagnolli («un risultato straordinario per il mondo paralimpico»), a Sofia Goggia e a Federica Brignone.

«Quello che ha fatto Goggia è incredibile»

«Speravamo che a 20 giorni dall’incidente fosse possibile una performance di alto livello - ha detto Mattarella rivolgendosi alla bergamasca - ma è stato incredibile quello che ha fatto. È un argento che vale come un oro, al quale si aggiunge la Coppa del Mondo di discesa». Incredibile è anche la parola usata da Sofia: «Sono riuscita a fare qualcosa di incredibile - ha detto l’argento olimpico nella discesa libera -. Il resto delle polemiche pre gara sono solo chiacchiere. Sono soddisfatta di quello che ho fatto perché non era affatto scontato».

La sottosegretaria allo Sport del governo, Valentina Vezzali, ha lodato gli atleti che «hanno gareggiato con cuore, impegno e professionalità. Lo sport unisce e ci rende fieri di essere italiani, è un messaggio di fratellanza. Raccogliere il testimone a Pechino in vista dei Giochi del 2026 è stata una grande emozione». Milano-Cortina, del resto, è già alle porte. E al netto delle problematiche relative agli impianti, Malagò promette: «ci faremo trovare pronti»; ne è sicuro anche Mattarella: «L’Italia sarà ospitante e protagonista».

Moioli: «Orgogliosa e onorata»

La portabandiera della spedizione olimpica, la bergamasca Michela Moioli, si è detta «orgogliosa e onorata per la storia che abbiamo scritto e per aver riportato la bandiera al presidente Mattarella. Milano-Cortina è l’Olimpiade che ho sempre sognato». Anche Giacomo Bertagnolli, alfiere azzurro alle Paralimpiadi, guarda già al 2026: «La prossima sarà in casa e questo mi spinge a continuare. Ogni anno ci sono nuove motivazioni e Milano-Cortina è tra queste». L’evento si è aperto con l’esecuzione dell’inno nazionale da parte della Junior Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e si è concluso con gli inni olimpico e (per la prima volta) paralimpico.

«Invocare la pace è richiamare ai valori olimpici»

Durante l’incontro, il presidente della Repubblica ha rivolto infine un appello per la pace in Ucraina: «L’aggressione della Russia è esattamente il contrario del significato olimpico di pace, amicizia, democrazia e collaborazione. Ringrazio gli atleti che hanno preservato lo spirito malgrado l’atmosfera appesantita e offuscata dalla guerra. Si recuperi ragionevolezza. L’Italia continuerà a portare avanti iniziative politiche ed economico-finanziarie, aiutando chi resiste per la propria indipendenza e facendo esortazioni costanti per favorire la pace. Invocare la pace è richiamare ai valori olimpici e paralimpici».

A testimoniare il dramma della convivenza tra la manifestazione sportiva e ciò che, nel frattempo, stava accadendo in Ucraina, è stato il numero uno del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli: «Il conflitto è caduto sopra di noi, ha lacerato le nostre coscienze e purtroppo è entrato dentro le Paralimpiadi. Abbiamo affrontato i primi giorni delle Paralimpiadi in un clima molto teso. Una tensione che stava salendo, c’erano i rischi di un boicottaggio pesante a causa delle pressioni politiche e abbiamo dovuto estromettere gli atleti russi e bielorussi. Questa resta una ferita per il movimento paralimpico internazionale».

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