(Foto di Afb)
POST GARA. Le parole di Raffaele Palladino a Sky dopo la fine del match vinto con il Cagliari 2-1.
Bergamo
«Sapevamo che il Cagliari ha giocatori di gamba, di ripartenza – spiega Raffaele Palladino – si difendevano bassi e poi volevano ripartire. Secondo me abbiamo fatto un grande primo tempo, abbiamo messo in difficoltà il Cagliari senza rischiare niente». L’Atalanta è passata in vantaggio, ma resta un pizzico di rammarico: «Il dispiacere è non aver fatto il raddoppio, perché le occasioni per farlo le abbiamo avute».
Partite come queste, però, restano sempre in bilico. «Se lasci queste gare aperte può succedere di tutto – ammette – infatti nel secondo tempo siamo un po’ calati a livello fisico». Un calo spiegabile anche con il calendario spiega Palladino: «In 20-21 giorni abbiamo giocato sette partite, con un dispendio di energia fisico e mentale importante».
Il momento chiave arriva sull’1-1, all’82’. «È la cosa che mi è piaciuta di più – sottolinea il tecnico nerazzurro – perché in quel momento potevamo crollare e invece la squadra ha voluto questa vittoria fortemente. Questo vuol dire che ci sono grandi valori nel gruppo». Una reazione che lascia soddisfazione: «Mi è piaciuto lo spirito di voler vincere questa partita».
Il successo si inserisce in una striscia positiva alla New Balance Arena: «Vale la pena sottolineare quattro vittorie in casa: Fiorentina e Cagliari in campionato, Genoa in Coppa Italia e soprattutto il Chelsea in Champions League».
Ora, però, arriva anche una fase nuova. «Perdiamo due giocatori per noi molto importanti come Lookman e Kossounou – spiega – e dispiace anche per Djimsiti. Vedremo cosa è successo». La pausa settimanale diventa quindi preziosa: «Dovrò essere bravo a capire soluzioni diverse. Avere una settimana per preparare la partita con il Genoa è importante, perché fino ad oggi ho potuto lavorare davvero poco: ogni due o tre giorni si giocava».
«Nei momenti di difficoltà dobbiamo andare ancora più forte, con più coraggio e credere ancora di più nei nostri mezzi, perché sono tantissimi». Qualche segnale positivo, però, è già arrivato: «Contro il Chelsea siamo andati sotto e abbiamo ribaltato la partita, non è da tutti. E stasera, sull’1-1, avevamo poche energie ma lo spirito è stato quello giusto».
Infine, un retroscena che racconta bene la serata e il sacrificio del gruppo, legato al gol decisivo di Scamacca: «Forse non lo sapete, ma aveva 38 di febbre fino a due ore prima della partita. Ha stretto i denti e ha voluto dare una mano». Un incoraggiamento prima del match e poi la risposta sul campo: «Gli ho detto che le migliori partite si fanno quando si ha la febbre. Lui ha sorriso, mi ha detto “me la sento” e poi ha fatto tutto lui. È stato davvero molto bravo».
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