Percassi, Champions a Bergamo
«Era un sogno, ora è un progetto»

Il giorno dopo la conferma al terzo posto in Serie A (2° anno di fila), il presidente dell’Atalanta Antonio Percassi in un’intervista giudica la stagione «stratosferica». E spiega il progetto per portare la prossima Champions a Bergamo.

Il bel gioco simbolo di una stagione «stratosferica» più di qualsiasi record; la partecipazione alla Final eigth di Lisbona che già vale quanto un titolo; l’Atalanta come la Gioconda: il quadro più visto del mondo; la Champions da portare a Bergamo obiettivo per l’autunno, omaggio al territorio e alla sua gente. E l’assicurazione che dopo il Portogallo sul mercato si lavorerà «per migliorare la squadra, perché nel rispetto dei conti in ordine l’Atalanta sarà rinforzata, non indebolita».

Dopo la conquista del 3° posto Antonio Percassi fa il punto dello stato dell’arte. Perché l’Atalanta è sul podio per il secondo anno di fila (3° e 3° posto, dopo il 4° e il 6° precedenti) e tutti ci si chiede: e adesso?

Tra dieci giorni, Lisbona

«Siamo orgogliosi e onorati di essere lì, tra le prime otto squadre d’Europa. È un risultato incredibile, siamo in compagnia di squadroni pazzeschi ai vertici della Champions. Ma noi siamo lì per imparare».

In realtà ormai tutti vogliono imparare l’Atalanta. E non solo in Italia.

«Sì, di questo ci rendiamo conto. Ci studiano, ci contattano, vogliono capire. Lei ha scritto di Michelangelo, se mi concede una battuta ci sentiamo un po’ come La Gioconda di Leonardo: il quadro più visto del mondo».

E lei a Lisbona vuole imparare?!?

«Ogni appuntamento ti offre spunti per crescere, quindi nessuna presunzione, piedi per terra e grande attenzione. L’impostazione dirigenziale e i rapporti con i club delle metropoli ci miglioreranno tantissimo».

Sì, Atalanta-Psg è Bergamo-Parigi...

«E incontreremo i più forti del mondo... Di solito il 12 agosto giocavamo un’amichevole con il Clusone in ritiro, quest’anno ci aspettano Mbappé e Neymar. Amo il Clusone, è la mia terra, ma sta cambiando il mondo».

La Champions a Bergamo?

«Era un sogno, ora è un progetto. Abbiamo deciso di avviare i lavori in curva sud per avere uno stadio adeguato da presentare all’Uefa».

Ma è vero che investirete un milione senza la certezza di una risposta positiva? E con la curva che poi tra un anno dovrà essere abbattuta?

«Lascerei perdere le cifre, e sappiamo che la curva dovrà essere abbattuta. Ma l’Uefa concede le autorizzazioni solo dopo il sopralluogo a lavori finiti, quindi abbiamo deciso di provarci. Prima che ricominci la Champions avremo rifatto la tribuna Giulio Cesare e installato seggiolini e tutti gli accessori richiesti in curva Sud. Quindi chiederemo di giocare a Bergamo».

E se fosse ancora a porte chiuse?

«Non lo dica neppure, l’obiettivo è giocare la Champions a Bergamo con il nostro stadio pieno di bergamaschi in festa. Lo facciamo per questo. E mi permetta di ringraziare Roberto Spagnolo e tutto lo staff per il lavoro che stanno facendo. E Banca Intesa per aver aderito con entusiasmo, già mesi fa, al progetto complessivo di rifacimento dello stadio. So che qui parliamo di calcio, ma è la verità e va detta».

Quindi lei considera scontata l’autorizzazione dell’Uefa?

«Di scontato non c’è niente, ma comunque vada da parte nostra non ci sarà alcun rimpianto. Abbiamo fatto scelte onerose e rischiose, certo. Ma l’obiettivo è eccezionale: portare la Champions a Bergamo e avere i bergamaschi sugli spalti».

Leggi tutta l’intervista su L’Eco di Bergamo di lunedì 3 agosto.

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