Tennis, ore e lezioni: la pandemia
È costata ai club oltre un milione

Nei tre mesi di lockdown un maxi salasso cui vanno aggiunti i mancati proventi di bar, ristoranti e discipline collaterali. Ma c’è fiducia.

Poco più di un milione e centomila euro: è questa la cifra bruciata dal tennis bergamasco nei tre mesi di sospensione a causa della pandemia. Il dato è impietoso e fotografa alla perfezione le difficoltà a cui stanno andando incontro i vari club nel momento della ripartenza.

Un dato che peraltro non comprende tutte le attività, bensì soltanto i mancati incassi dalle ore dei soci e dalle lezioni annullate, dunque da tutto ciò che sarebbe derivato direttamente dal campo. Restano esclusi dal conteggio, invece, le entrate di bar, ristoranti o di altre discipline che siano sotto la diretta gestione dei circoli (per esempio palestre, padel, calcetto).

Tornei a rischio

Nella ricerca condotta da L’Eco di Bergamo emerge una forbice di 45 mila euro tra le realtà più piccole, magari con un solo campo a disposizione, e quelle di grandi dimensioni. Si passa da 5 mila a 50 mila euro di mancati incassi, per una media che supera di poco i 20 mila euro. In città e in provincia, le realtà attive (con lezioni o scuole) nell’ultimo censimento sono 54, dunque il conto è presto fatto. Il contraccolpo già si sente, a partire dai tornei che rischiano di saltare o sono già saltati: nella maggior parte dei casi, si tratta di eventi che al circolo non garantiscono grandi vantaggi, e che si reggono su alcuni sponsor piccoli o grandi per riuscire a costruire un buon montepremi. Adesso quegli sponsor, nella maggior parte dei casi, hanno altri problemi da risolvere e poche (o nessuna) possibilità di investire nello sport. Di conseguenza i tornei si potrebbero fondare soltanto sulle quote delle iscrizioni, che non vanno mai a coprire completamente i costi delle singole ore.

Ecco perché è atteso (e sarebbe comprensibile) un forte ridimensionamento rispetto al passato, almeno nel breve periodo. Con più spazio ai rodei che agli appuntamenti tradizionali.

Segnali incoraggianti

Ogni circolo cerca di trovare la strada migliore per sopperire a questa situazione e limitare i danni. In molti hanno deciso di puntare sul recupero nei prossimi mesi delle singole ore e delle lezioni perse tra marzo, aprile e maggio. Le possibilità ci sono, visto che è in arrivo un’estate particolare, durante la quale le vacanze dovrebbero essere spalmate su un periodo di tempo limitato rispetto al passato.

Inoltre, i primi segnali sono incoraggianti: alcuni circoli, alla ripresa dell’attività, hanno immediatamente fatto segnare dei numeri di crescita in doppia cifra in confronto a un mese tradizionale.

E al Tc Bergamo, nelle tre settimane da metà maggio ai primi di giugno, i soci hanno prenotato il 90% in più delle ore rispetto allo stesso periodo di dodici mesi fa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA