Cave, discariche, parcheggi, ecco le aree idonee per rinnovabili

(ANSA) - ROMA, 21 NOV - Cave e miniere non più utilizzate, vecchie discariche, aree oggetto di bonifica, siti ferroviari, aeroportuali o autostradali, beni del demanio militare e non, impianti industriali, artigianali o commerciali, parcheggi, invasi idrici. E' lunga la lista di aree idonee (su terraferma) all'installazione di impianti rinnovabili inserita nel decreto su Transizione 5.0.

I criteri sono ben determinati tanto da far rientrare anche, ad esempio, "le aree classificate agricole racchiuse in un perimetro i cui punti distano non più di 500 metri da zone a destinazione industriale, artigianale e commerciale, compresi i siti di interesse nazionale" e "le aree adiacenti alla rete autostradale entro una distanza non superiore a 300 metri".

Allo stesso tempo viene stabilito che l'installazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra, in zone classificate agricole dai piani urbanistici vigenti, è consentita esclusivamente nelle aree dove sono già installati impianti della stessa fonte "e in cui vengono realizzati interventi di modifica, anche sostanziale, per rifacimento, potenziamento o integrale ricostruzione, eventualmente abbinati a sistemi di accumulo, che non comportino una variazione dell'area occupata superiore al 20 per cento".

Per definire in dettaglio i rapporti con le Regioni, il decreto prevede poi che entro 120 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento ciascuna Regione e Provincia autonoma può individuare, con propria legge, ulteriori aree idonee ma rispettando i criteri e i principi nazionali: va cioè salvaguardato il patrimonio culturale e il paesaggio, le aree naturali protette, i siti Unesco. Le Regioni non potranno prevedere "divieti generali e astratti" all'installazione di impianti a fonti rinnovabili. Dovranno invece qualificare prioritariamente come idonee le aree connotate dalla presenza di poli industriali e le aree di crisi industriale complessa, "anche allo scopo di promuovere la riconversione industriale e la salvaguardia dei livelli occupazionali".

Al fine di preservare la destinazione agricola del territorio, viene inoltre formalizzato che le aree agricole qualificabili come aree idonee a livello regionale devono andare da un minimo dello 0,8% ad un massimo del 3% delle superfici agricole utilizzate (Sau).

Per quanto riguarda infine le aree idonee a mare, vengono indicate le piattaforme petrolifere in disuso, i porti per gli impianti eolici fino a 100 MW e le aree individuate dai piani di gestione dello spazio marittimo. (ANSA).

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