
(ANSA) - NAPOLI, 06 MAG - Il blackout che ha colpito Spagna e Portogallo il 28 aprile ha sollevato interrogativi sulla stabilità delle reti elettriche in un contesto di crescente penetrazione delle energie rinnovabili. Secondo le prime indagini, il disservizio è stato innescato da un guasto su una linea di trasmissione ad alta tensione tra la Catalogna francese e quella spagnola, causando un'oscillazione di frequenza incontrollata e l'isolamento del sistema elettrico iberico dal resto d'Europa.
Nonostante l'assenza di dichiarazioni ufficiali da parte dei governi iberici e dei rispettivi operatori di rete, alcune voci hanno attribuito la responsabilità del blackout alle energie rinnovabili, in particolare al solare. Un atteggiamento che Mario Palma, CEO di Star Energia, definisce con fermezza "un riflesso condizionato e poco informato, che alimenta un derby calcistico tra energie rinnovabili e turbogas, anziché promuovere un'analisi seria e costruttiva".
Nel 2019 è stata dichiarata la fine dell'era del gas e del petrolio come risorse per la generazione elettrica, in quanto è stato ufficializzata la pericolosità che la combustione di tali risorse genera alla salute umana in maniera diretta ed indiretta con l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e quindi del cibo. Ma la questione, sottolinea Palma, non può essere affrontata secondo una logica binaria che oppone fossili e rinnovabili.
Nel caso della penisola iberica, secondo Palma, si paga il prezzo dell'innovazione, poiché Spagna e Portogallo sono stati tra i primi Paesi al mondo a introdurre regole e incentivi per accelerare la diffusione delle rinnovabili. Essere pionieri, tuttavia, comporta anche affrontare i rischi dell'avanguardia.
"Si generano inevitabilmente errori", osserva Palma, "ma proprio da questi si impara. Si crea know-how, si genera valore e si guida il cambiamento. È così che si costruisce un vantaggio competitivo".
In Italia, la situazione è diversa, grazie alla gestione di Terna che consente una crescita delle rinnovabili regolata da processi ben cadenzati e integrati con lo sviluppo dei sistemi di accumulo, sulla base di analisi biennali dettagliate dello stato della rete e degli obiettivi di sviluppo. Un percorso che ha permesso al Paese di evitare interruzioni sistemiche e di progredire nella transizione senza scossoni.
"Qualsiasi cosa sia accaduta in Spagna non accadrà in Italia, perché abbiamo saputo osservare, apprendere e migliorare. E qualsiasi cosa sia accaduta in Spagna, è accaduta in nome del futuro, dello sviluppo e della fine dell'era del gas. Sarà ricordata nei libri di macroeconomia non come una crisi, ma come una lezione fondativa dell'Era dell'Elettricità. Perché 18 ore di blackout non oscurano 100 anni di energia verde" conclude Mario Palma. (ANSA).
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