 
        
       
    (ANSA) - ROMA, 30 OTT - Un valore aggiunto generato superiore agli 8 miliardi, con circa 112mila occupati e il 69% dei progetti legati al Pnrr nella fase conclusiva di collaudo. Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto Sud, lo studio di Utilitalia e Svimez sul contributo economico e occupazionale del sistema delle utility nelle regioni del Mezzogiorno.
In un quadro congiunturale complesso, viene sottolineato, il sistema meridionale delle utility "mostra segni di forte resilienza e di progressivo consolidamento nel ruolo di principale infrastruttura economica e industriale del Mezzogiorno". Nel 2024, le utility del Sud hanno generato oltre 8,3 miliardi di valore aggiunto: il 27,3% del totale nazionale del comparto, un'incidenza in crescita di circa 1 punto percentuale sull'anno precedente. Nel 2024, il comparto meridionale è arrivato ad impiegare circa 112mila addetti: +5mila occupati rispetto al 2021. La produttività media delle utility meridionali è pari a 75.348 euro per addetto nel 2024: +17,3% della media industriale dell'area e +24,7% della media totale dell'area.
Le utility, inoltre, rappresentano un pilastro essenziale dell'attuazione del Pnrr, con una dotazione complessiva di oltre 10 miliardi di risorse, il 40% delle quali al Sud. Dal monitoraggio finanziario, per i progetti destinati alla realizzazione di lavori pubblici dal valore di circa 8 miliardi, le spese rendicontate ammontano al 30% dei finanziamenti al Centro-Nord, quota che scende al 14,8% al Sud. In termini procedurali, il quadro del Mezzogiorno è più roseo ma non pienamente soddisfacente. Nelle regioni meridionali resta da avviare il 2,5% dei progetti, mentre il 69% si trova nella fase conclusiva di collaudo e solo l'1,2% risulta concluso: a meno di un anno dalla scadenza del Piano, è necessario imprimere un'accelerazione per portare a termine gli interventi. (ANSA).
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