Addio a Fra Pasquale Rota, «Frate Vento» aveva 90 anni: una vita tra Brasile e Gerusalemme

Missionario cappuccino originario di Almenno San Bartolomeo, in Terra Santa fondò un centro di spiritualità. Tanti lo chiamavano Frate Vento perché, in occasione dell’80° compleanno, si era lanciato in parapendio biposto dal monte Farno, a Gandino.

Tanti lo chiamavano Frate Vento perché, in occasione dell’80° compleanno, si era lanciato in parapendio biposto dal monte Farno, a Gandino. Per 46 anni ininterrotti è stato missionario vulcanico di iniziative dapprima in Brasile e poi a Gerusalemme. Questo era fra Pasquale Rota, morto ieri mattina a 90 anni nell’infermeria del convento dei Cappuccini di Borgo Palazzo in città. Era nato il 6 dicembre 1930 ad Almenno San Bartolomeo, nella frazione Casagno, in una famiglia contadina, undicesimo di dodici figli e battezzato con il nome di Giuseppe. Entra quindicenne nel Seminario cappuccino di Albino, per poi completare la formazione a Milano, dove viene ordinato sacerdote nel 1958 dall’arcivescovo Giovan Battista Montini, il futuro Papa Paolo VI. Un giorno, sul muro del convento milanese, qualcuno scrive «Frati cani». Fra Pasquale non si scompone e nell’omelia dice: «Ringrazio il fratello che ha scritto queste parole. Guardate i cani come sono fedeli al loro padrone e noi Cappuccini siamo fedeli a Nostro Signore».

Poi per dieci anni è nel convento di Albino con il compito dell’animazione francescana fra i giovani. Nel 1968 realizza il suo sogno missionario. Viene inviato nelle missioni cappuccine a Grajaù, Pedreiras e Igarapè Grande, nello Stato del Maranhao, dove assiste i lebbrosi e fonda ben 94 comunità di base. Rifiuta la nomina a vescovo, perché convinto della necessità di una gerarchia indigena e non più europea. Nel 1986 fra Pasquale giunge a Gerusalemme, dove rimane per 27 anni, con il compito di risolvere una delicata questione su una proprietà dei Cappuccini che si trascinava da anni. Trova la soluzione, che ascrive non ai suoi sforzi, ma a una grazia di San Giuseppe, e trasforma la proprietà nel Centro di spiritualità «Io sono la luce del mondo», inaugurato nel 2010, dove seminaristi di diversi Ordini possono formarsi e approfondire gli studi biblici. Il Centro, frequentato anche dall’arcivescovo di Milano cardinale Carlo Maria Martini, diviene anche un punto di incontri fra cristiani, ebrei e musulmani. Padre Pasquale è anche guida dei pellegrinaggi, caratterizzandoli nell’ottica dell’evangelizzazione e non nel mero turismo religioso, come amava ripetere. Sulla situazione sempre esplosiva in Terrasanta, in una intervista aveva affermato: «L’ostacolo più grave alla pace è la mancanza di volontà politica di tutte le parti. Si fanno tanti incontri e progetti, ma sbattono sempre contro questo ostacolo».

Avvertendo i primi acciacchi, nel 2013 va a risiedere nel convento cappuccino di Albino e l’anno successivo in quello di Borgo Palazzo. Anche in questi luoghi collabora con riflessioni tramesse su Antenna2 e Radio Lemine. Nel 2014, il Centro studi Valle Imagna aveva edito il libro «Dio ti ama… e anch’io» in cui si ripercorre vita, opera e insegnamenti del frate. La data dei funerali non è ancora stata decisa. La parrocchia di Almenno San Bartolomeo lo ricorderà con una Messa mercoledì 14 aprile, alle 20, nella parrocchiale.

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