Alla scoperta di San Tomaso: il quartiere
cresce ancora, 800 abitanti in 3 decenni

Prosegue la nostra inchiesta multimediale «I quartieri al centro»: tappa a San Tomaso de’ Calvi. Nell’87 nel rione vivevano in 6.125 e, nonostante i saliscendi e l’invecchiamento, nel 2020 la popolazione si è attestata a quota 6.891

È appena fuori dal podio, San Tomaso. Incastonato tra centro e periferia, è il quarto quartiere più popoloso della città: con i suoi 6.891 abitanti, è superato solo da Sant’Alessandro (9.821 residenti), Borgo Palazzo-Alle Valli (9.665) e Loreto (7.190). Negli ultimi tre decenni ha tracciato una traiettoria di crescita lenta ma costante, da «passista» della demografia: nel 1987 gli abitanti di San Tomaso erano 6.125, e di lì alla fine del 2020 sono cresciuti del 12,5%, ovvero di 766 unità. Un incremento piuttosto superiore alla media cittadina, che nello stesso arco temporale ha segnato un 2,4% in più, ma che in realtà è diviso in due fasi: un ventennio di sostanziale stabilità, poi quindici anni con un doppio saliscendi.

San Tomaso raggiunge infatti i 6.477 residenti nel 2008 al termine di una parabola formata da incrementi lievissimi, nell’ordine di poche decine di abitanti all’anno; poi nel 2012 arriva a toccare i 7.100 residenti, nel 2015 scende a 6.889, nel 2018 torna invece a 7.060 e infine – anche a causa del Covid – chiude appunto il 2020 in contrazione, a 6.891 cittadini. Un andamento effervescente, quello degli anni più recenti, che trova un dato particolare proprio nel 2020: il saldo tra chi qui ha spostato la residenza e chi dal quartiere si è trasferito verso un altro rione o un altro Comune è stato nullo, cioè arrivi (295) e partenze (295) di residenti si sono esattamente compensati. Ha frenato recentemente il mercato immobiliare, almeno sul versante degli acquisti di abitazioni, perché nel 2020 – secondo i dati dell’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate – le compravendite sono state 55, una decina in meno rispetto al 2019, con i prezzi comunque quasi invariati attorno ai 1.800 euro al metro quadrato. I redditi – la cui mappa territoriale, elaborata sulla base dei dati del ministero dell’Economia, è calibrata secondo i Cap, quindi un po’ più larga del singolo rione – qui come nei vicini quartieri del Villaggio degli Sposi, Grumello e Malpensata si attestano in media a 22.570 euro annui pro capite, piuttosto sotto alla media cittadina che è invece a quota 27.677 euro.

Il calo degli stranieri

Gli ultimi dieci anni hanno segnato un calo nelle presenze di residenti stranieri. La crescita, che ha come punto di partenza i 23 cittadini non italiani che si contavano nel 1987 (rappresentavano lo 0,4% dei residenti all’epoca), prosegue a passo sostenuto sino al 2012, quando gli stranieri sono diventati 1.618. Da quel momento però la tendenza s’inverte, a fine 2020 gli stranieri sono diventati 1.473: 145 in meno rispetto all’apice della crescita, ma sono comunque il 21,4% dei residenti nel quartiere; la «multiculturalità» di San Tomaso è alcuni punti percentuali sopra la media cittadina (in città gli stranieri sono il 16,6%), e solo quattro quartieri hanno in proporzione più stranieri (Malpensata è al 30,8%, Celadina al 29,4%, Grumello al 26%, Carnovali al 25,8%).

Triplicate le persone sole

Ma com’è cambiata, in tre decenni, la carta d’identità degli abitanti di San Tomaso? L’invecchiamento è la costante in filigrana a tutti i quartieri. Nel 1987, per esempio, gli ultraottantenni di San Tomaso erano 157 e rappresentavano il 2,6% del totale dei residenti (una quota inferiore alla media cittadina, che allora era del 3,4%); nel 2020 sono diventati 583, quasi quadruplicati, sino a rappresentare ora l’8,5% dei residenti (allineandosi alla media cittadina dell’8,8%).

È mutata inevitabilmente anche la morfologia delle famiglie, che innanzitutto si sono ristrette: nel 1987 erano formate in media da 2,6 componenti, oggi sono costituite in media da 2 componenti (sotto la media cittadina, che è di 2,1 componenti). Sono aumentate soprattutto le persone sole, praticamente triplicate: i nuclei «unipersonali» – l’ossimoro che indica chi vive appunto da solo – erano 587 nel 1987, a fine 2020 sono lievitati a 1.637. I giovani, viceversa, sono sempre meno: gli under 18 rappresentavano il 18,5% dei residenti nel 1987 e si sono ridotti al 14,6% nel 2020, i 18-39enni sono scesi dal 32,3% al 25,4%.

La «piramide» delle famiglie si assottiglia sempre più, mano a mano che aumenta il numero di componenti: i nuclei composti da due persone sono 874, quelli composti da tre persone sono 461, quelli composti da quattro persone sono 321, quelli composti da cinque persone sono 94 e quelli composti da sei o più persone sono 43.

Anche la natalità percorre un trend di costante riduzione. Nel 2020 si sono contati 45 bebè a San Tomaso (20 maschi e 25 femmine; 11 i bimbi nati da genitori stranieri): è il dato più basso dal 2003, cioè da quando sono disponibili i dati sulle nascite quartiere per quartiere. In questi ultimi due decenni, tra l’altro, per un certo periodo si era viceversa notato un aumento: nel 2003 i bebè erano stati 54, nel 2004 52, nel 2005 47, poi progressivamente si era risaliti stabilmente oltre quota 55 nascite annue, sino al picco di 75 fiocchi rosa o azzurri registrati nel 2013. Dopodiché s’è imboccata la tendenza di discesa, certificata dagli ultimissimi anni: 46 bimbi nel 2017, 57 nel 2018, 52 nel 2019, infine, il minimo di 45 nel 2020.

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