Antinfluenzale e terza dose: «Somministrarle assieme ideale per l’organizzazione»

L’auspicio di Fabrizio Pregliasco è che si arrivi a un’unica inoculazione. Moderna ci sta lavorando.

Lo scenario intreccia continuità e nuove sfide, certezze e incognite. Come da un anno e mezzo a questa parte, in fondo, l’uscita dalla pandemia è un sentiero non semplice. Ma è con la «luce» del vaccino che si dirada il buio. L’autunno rialzerà i contagi, però «non in maniera devastante come un anno fa» rimarca il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Irccs «Galeazzi» di Milano, profondo conoscitore della pandemia, e questa differenza sta nell’immunizzazione: vivremo così una «doppia pandemia», quella dei vaccinati con conseguenze rare o blande dal punto di vista clinico, e quella dei non vaccinati con le stesse proporzioni di ricoveri e decessi cui si assisteva pre-vaccino. Intanto, si parte con la terza dose: «Un passo importante, e previsto». Sullo sfondo c’è anche la campagna antinfluenzale, con una sovrapposizione temporale.

Professore, cosa rappresenta questo ulteriore richiamo per i più fragili?

«Lo sapevamo che il vaccino non avrebbe potuto dare una protezione a lungo termine, perché anche la stessa guarigione dalla malattia non garantisce un’immunità perenne. E questo lo sapevamo già dai coronavirus precedenti, virus che causano forme simil-influenzali, capaci di mutare e per cui la protezione non è a lungo termine».

Qual è il significato della terza dose, dal punto di vista clinico?
«Precisiamo che dopo sei mesi il vaccino non perde di efficacia in modo drammatico e totale: c’è un calo, una riduzione, e per questo occorre ragionare sui soggetti più fragili».

Quali potrebbero essere?

«Detto delle categorie più a rischio, per la parte restante della popolazione si dovrà capire se ci si “accontenterà” della copertura residuale del vaccino a lunga distanza e se dunque per loro non sarà necessaria una rivaccinazione periodica. Potrebbe essere un po’ come avviene per l’antinfluenzale: un richiamo periodico raccomandato e gratuito per i fragili, più discrezionale invece per le altre categorie. Molto dipenderà da come si scavalla quest’inverno».

Il presente della pandemia cosa ci suggerisce, per il post-estate?

«Immaginiamoci ancora la pandemia con andamenti ondulanti. Ora è finita la fase di crescita estiva, conseguente alle riaperture e alla variante delta, intanto abbiamo raggiunto una quota di vaccinati buona rispetto alle altre nazioni, anche se non ancora totalmente soddisfacente. Potrebbe esserci una recrudescenza invernale, alimentata da più fattori: gli sbalzi termici, la riduzione significativa dello smartworking, la ripresa delle scuole che ha aspetti di potenziale caos».

C’è da preoccuparsi?

«Prepariamoci a uno scenario non piacevole, anche se non così devastante. Ci aspetta una doppia pandemia: quella dei vaccinati, con forme clinicamente blande e rare numericamente, e la pandemia dei non vaccinati, con le stesse proporzioni di ospedalizzazioni e decessi che abbiamo finora conosciuto».

L’inverno, appunto, sarà anche il banco di prova della terza dose. Cosa ci dicono gli altri Paesi, sul tema?

«C’è un sovranismo vaccinale, il desiderio di tante nazioni di proteggersi in modo precauzionale. Oltre a Israele, anche l’Inghilterra sta rilanciando la 3a dose dai 50 anni, e finalmente ha sdoganato la vaccinazione dai 12 anni».

Come si coniuga l’antinfluenzale con la terza dose?

«Tecnicamente, a oggi i due vaccini devono essere inoculati a distanza di almeno 15 giorni, non essendoci ancora la conferma della co-somministrazione. Moderna sta lavorando a un prodotto che consenta insieme entrambe le vaccinazioni: sarebbe importante, anche da un punto di vista dell’organizzazione della campagna».

Ma qual è l’importanza dell’antinfluenzale, di questi tempi?

«È utile per consentire la diagnosi differenziale, ma soprattutto per il fatto che l’influenza ritornerà. L’anno scorso le rigide misure anti-Covid hanno quasi annullato la circolazione del virus antinfluenzale: ora invece, con misure ridotte, circolerà maggiormente».

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