«Aria pulita a inizio anno». Legambiente: merito dell’inverno che non c’è

I dati. Valori del pm10 più bassi degli ultimi 20 anni nei primi 10 giorni di gennaio grazie alle temperature miti. Ma secondo Legambiente non durerà: da settimana prossima la ripresa degli spandimenti zootecnici potrebbe fornire un contributo determinante al peggioramento della qualità dell’aria.

Un inizio anno con aria pulita come non si era mai vista, nemmeno nel 2021 quando si partì nel segno del lockdown con scuole e luoghi di lavoro chiusi. Martedì le centraline Arpa hanno fatto registrare livelli di pm10 che difficilmente si raggiungono anche nelle giornate primaverili più ventilate: 9 mg/mc in Viale Marche a Milano, 8 a Lodi e a Como, 6 a Monza centro e a Bergamo, e a Lecco livelli talmente bassi da non essere nemmeno misurabili dagli strumenti. Ma è stata l’intera decade, da inizio anno, a donare ai lombardi un’aria pulita a livelli del tutto inusuali.

Legambiete spiega: «Si tratta dell’effetto dell’inverno che non c’è. Le temperature miti, infatti, hanno impedito la formazione del cuscinetto di aria fredda che ristagna alle basse quote e in cui ogni inverno, inesorabilmente da decenni, si accumulano gli inquinanti prodotti dall’attività di cittadini e imprese, insieme a quelli che derivano dagli allevamenti intensivi che costellano la bassa pianura». Ma l’idillio è presto destinato a finire: «Le previsioni indicano un graduale ritorno alla normalità meteorologica già nei prossimi giorni. Inoltre, dal 15 gennaio potrebbero ripartire gli spandimenti dei liquami zootecnici nei campi».

Nonostante la notizia molto positiva dell’aria pulita, però, le condizioni climatiche di queste settimane «sono indice del cambiamento climatico in atto, che ha risvolti altrettanto preoccupanti per quanto riguarda gli effetti sulla siccità» spiegano da Legambiente.

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