Bergamo, la curva si sta appiattendo
Zucchi (Ats): «È il momento di tenere duro»

Il direttore del Servizio Epidemiologico di Ats Bergamo: segnali incoraggianti, siamo vicini al «plateau». «Gli effetti delle restrizioni rosse si potranno percepire nei prossimi giorni». Indice tra 0,9 e 1,02. Cintura di protezione, crollo dei nuovi casi: a Villongo sono 16.

«I segnali ci sono, parliamo di timide indicazioni positive, fragili, ma ci sono: quindi questo è il momento di tenere duro. Non bisogna mollare la presa: dobbiamo considerare questi sforzi che si stanno facendo con la zona rossa come propedeutici a un futuro meno pesante. Un futuro su cui dobbiamo scommettere: questi potrebbero essere davvero gli ultimi sacrifici». Alberto Zucchi, direttore del Servizio Epidemiologico di Ats Bergamo, snocciola la situazione della Bergamasca: se la scorsa settimana, dall’8 al 14 marzo, i contagi erano 200 ogni 100 mila abitanti, dal 15 a ieri i contagi sono scesi a 181 ogni 100 mila abitanti. «Il nostro monitoraggio quindi ci sta dicendo che la curva va verso il plateau, e si appiattirà ulteriormente nelle prossime giornate – illustra – . L’incremento dei nuovi casi quindi sta rallentando e possiamo concretamente sperare che presto la linea si inclinerà verso il basso. Teniamo conto che ora stiamo vedendo i risultati dell’arancione rafforzato che è partito il 4 marzo e delle misure restrittive adottate con quella “cintura di protezione” per i comuni vicini alle zone critiche della Franciacorta e della Bassa; gli effetti dell’attuale zona rossa potremo vederli solo più avanti, intorno a fine mese. Ma l’effetto positivo delle restrizioni comunque si vede già da questi timidi segnali».

E lo dice anche l’Rt, aggiunge Zucchi, che per la Bergamasca è decisamente buono: «I numeri generali della nostra provincia sono sempre stati più da zona arancione che rossa, anche prima delle restrizioni. Ma era pressante la necessità di limitare al massimo i contatti sia per la diffusione delle varianti, sia perché in altre zone lombarde il virus galoppava e galoppa più che qui. L’Rt calcolato a ieri (giovedì ndr) per la Bergamasca era a 1, con un range di oscillazione tra 0,9 e 1,02, abbassandosi finalmente da quell’allarmante 1,5 che si registrava a fine febbraio».

E i segnali positivi non si fermano qui: «Dal cruscotto di monitoraggio di questa settimana stiamo riscontrando che nell’ultima settimana sono una cinquantina i comuni della Bergamasca che non hanno registrato nuovi casi, in particolare in Valle Brembana e Seriana. Mentre restano ancora aree a maggiore impatto, quelle che confinano con la Franciacorta e la cintura a ridosso di Romano di Lombardia. Ma anche in diversi paesi interessati dai provvedimenti restrittivi , in particolare nella “cintura di protezione” attivata prima che scattasse la zona rossa per l’intera Lombardia, ora stiamo assistendo ad importanti decrementi dei nuovi casi, anche grazie al fatto che qui si è partiti pure con i vaccini degli ultra sessantenni: in particolare a Villongo, Sarnico, Telgate, Credaro, Tavernola, Cividate, Gandosso e Calcio; per esempio a Villongo la scorsa settimana si erano registrati 46 nuovi casi di contagio, questa settimana i nuovi casi sono scesi a 16: trenta in meno sono un decremento decisamente importante. Si devono quindi prendere molto seriamente le restrizioni che sono state attivate: abbiamo i segni chiari che funzionano, e diventeranno più corposi con il passare dei giorni. Un altro dettaglio importante arriva dai pronto soccorso degli ospedali: non abbiamo più segnali di stress negli accessi, mentre i ricoveri invece restano elevati, anche se si tratta per la gran parte di pazienti che arrivano da fuori provincia».

Si deve quindi guardare al futuro con fiducia, ribadisce Zucchi: «Se il trend di cui abbiamo le prime avvisaglie continua così, possiamo davvero contare di vedere una discesa dei casi nel giro di poche settimane. Dobbiamo tenere duro, e, se non ci saranno altri intoppi, concentrarci sulla vaccinazione: finora sono circa 150 mila i bergamaschi che hanno ricevuto il vaccino contro il Covid, dovremo arrivare ad almeno 800 mila. Ad aprile dovrebbero partire le somministrazioni ai fragili, poi, con la campagna di massa, si dovrà correre per davvero».

© RIPRODUZIONE RISERVATA