Bergamo, l’Università riparte in presenza

Il nuovo anno. Ritorno delle lezioni in aula per oltre 23mila studenti. Il rettore: «Dad strumento utile, ma surrogato. Riappropriamoci degli spazi dell’ateneo». Tra le novità un percorso di tutoraggio ad hoc per chi ha anche un lavoro.

Impara, cresci, vivi. Tre parole – scelte dall’Università di Bergamo – per racchiudere il significato del ritorno in aula di oltre 23mila studenti. La «chiamata» sarà scaglionata - da lunedì 19 settembre le lauree triennali del polo economico-giuridico-ingegneristico, poi a seguire le lauree magistrali dello stesso polo dal 26 settembre e le lauree triennali e magistrali

del polo Umanistico dal 3 ottobre – ma l’anno accademico al via riporta tutti in presenza, senza eccezioni. La Dad va in pensione, ma non l’innovazione della didattica e la sperimentazione digitale. Un distinguo su cui insiste il rettore Sergio Cavalieri che, alla fine di un percorso di lavoro e confronto interno e anche con altri atenei nazionali e internazionali, indica «la forte spinta a riappropriarsi degli spazi universitari» come il tratto distintivo della ripartenza. Perché la relazione resta il cuore della formazione. «Il che non significa il ritorno all’età della pietra – assicura –. La Dad è stata uno strumento utile per affrontare l’emergenza pandemica, ma è pur sempre un surrogato».

Oltre che una modalità che ha portato a un’involuzione e a un ritiro dalla socialità dei giovani, elemento non trascurabile per un’istituzione che ha come obiettivo principale la crescita di cittadini responsabili. «Da alcune aziende – conferma il rettore – è arrivato un segnale d’allarme: i ragazzi, disabituati al dialogo, sono in difficoltà persino a sostenere i colloqui di lavoro». Da qui la decisione di «abbandonare le lezioni in streaming formato Netflix. L’insegnamento non è scaricare lezioni come fossero le puntate di una serie televisiva, un corso di formazione ha ambienti e obiettivi educativi totalmente diversi», è fermo Cavalieri.

Il ritorno alle lezioni in aula, però, non vuol dire considerare come una platea indistinta gli oltre 23mila studenti dell’ateneo.

Le immatricolazioni si chiuderanno il 15 settembre per le lauree triennali, a fine ottobre per quelle Magistrali, ma i dati provvisori confermano il trend in crescita degli ultimi anni. «Al 7 settembre – fa il punto il rettore –, per le lauree ad accesso libero - triennali e a ciclo unico -, abbiamo 2.210 immatricolati e 609 preimmatricolati: un bacino potenziale quindi di 2.819 studenti che registra, in media, un +16,5% rispetto allo stesso periodo del 2021. Per quanto riguarda le triennali a numero programmato, in alcuni casi abbiamo domande che superano anche di 3-4 volte i posti disponibili».

Non semplici numeri, ma persone con bisogni diversi, a cui l’ateneo cerca di rispondere «con azioni profilate». Così quest’anno, accanto ai percorsi dedicati agli studenti con fragilità e agli studenti che praticano un’attività sportiva agonistica, si aggiungerà un tutorship specifico «per gli studenti che, con un contratto alla mano, attesteranno di essere impegnati in un’attività lavorativa», annuncia il rettore. La novità per gli studenti lavoratori (circa 1.400-1.500 dalle autocertificazioni finora prodotte e altri 400 studenti part-time) è che avranno a disposizione 35 tutor di supporto all’orientamento, per facilitare i rapporti con i docenti e tra gli studenti, e 70 figure di animazione degli spazi digitali. «Una figura nuova – precisa il rettore – che avrà il compito di supportare l’uso delle risorse digitali, per animare forum, discussioni e approfondimenti su temi del corso decisi di concerto con i docenti».

L’Università si fa carico di un investimento di 300mila euro per l’avvio del nuovo progetto, senza aggravio di costi per gli studenti, «con la possibilità, in futuro, di estendere questo format ad altre tipologie di studenti». L’obiettivo dell’ateneo, infatti, è affiancare alla formazione in aula piattaforme digitali che supportino gli studenti nell’iterazione, elaborazione e approfondimento. Non a caso l’ateneo è in prima linea anche per l’avvio, entro fine anno, di un Centro per l’innovazione digitale della didattica.

L’accoglienza per gli studenti, soprattutto quelli nuovi, è pronta. Si è lavorato anche sul fronte degli alloggi e dei servizi. Il 6 ottobre è prevista la prima edizione della «Festa della matricola», un happening pomeridiano nella sede di Sant’Agostino, un’ulteriore occasione di conoscenza dell’offerta per gli studenti, con anche la presentazione delle associazioni culturali e sportive che gravitano attorno all’università. «Ci saranno testimonianze significative di ex studenti, un concerto, una camminata sulle Mura. Un momento unitario, dopo i singoli “welcome day” dei diversi poli», il rettore anticipa il programma. Confermando che prosegue l’impegno per la creazione di un «open campus», con gli spazi universitari aperti alla socializzazione e aggregazione.

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