Caro pieno senza freni, alle stelle anche il metano: «Prezzi cresciuti del 40%»

Non si arresta la corsa del costo del carburante. Mora (Ascom): «Nessuna possibilità di manovra».

Continuano a correre i prezzi dei carburanti: dopo i rincari di settembre e inizio ottobre, il costo di benzina e gasolio è cresciuto ancora di 7-8 centesimi, con la verde che in alcuni distributori al servito ha toccato ormai i 2 euro al litro. Ma ad aumentare in maniera ancora più consistente nelle ultime tre settimane è stato il metano, carburante a basse emissioni, che si è apprezzato in media di circa il 40%, raggiungendo prezzi mai visti, intorno a 1,30 euro al litro. Una corsa al rialzo che sembra inarrestabile, dovuta per benzina e diesel all’aumento del costo del petrolio e alla ripresa dei consumi, e per il metano alle più costose forniture di gas naturale proveniente dalla Russia. Insomma, non c’è pace per gli automobilisti, che da mesi stanno vedendo crescere il prezzo del pieno, con costi che nel 2021 saranno superiori in media di 300 euro rispetto all’anno scorso.

«Non è possibile, però, confrontare i prezzi di oggi con quelli del 2020 – avverte Renato Mora, presidente gruppo benzinai Ascom Bergamo –, che è stato un anno assolutamente anomalo, con prezzi molto bassi anche rispetto alla media degli anni precedenti». Eppure la benzina a 2 euro si era vista una sola volta, qualche anno fa, con le quotazioni del petrolio oltre i 140 dollari al barile, mentre ora è stabile intorno agli 80 dollari. «Ma il contesto è diverso – dice ancora Mora – la domanda cresce e il prezzo, più che il petrolio, ormai lo fa il mercato (oltre alle accise, ndr). È vero che stiamo raggiungendo i massimi dagli ultimi 5 anni, per noi benzinai però non cambia nulla: non abbiamo capacità di manovra sui prezzi; il nostro margine è fisso, di poco superiore ai 4 centesimi al litro, dunque percentualmente minore ad ogni aumento del carburante». E il pieno costerà ancora di più nelle prossime settimane, secondo le previsioni dei benzinai: «C’è da aspettarsi ancora un aumento di 5-8 centesimi al litro da qui a Natale – dice ancora Renato Mora –, nella speranza che poi il mercato si ristabilizzi. Il problema è che sono cresciuti in maniera esponenziale i carburanti che inquinano meno e che, al contrario, dovrebbero essere agevolati, se vogliamo davvero intraprendere un percorso di transizione ecologica».

Critiche nei confronti di rialzi che sembrano inarrestabili, arrivano dalle associazioni dei consumatori: «Ora che s’incentivano le auto a basse emissioni – dice Umberto Dolci, presidente di Federconsumatori Bergamo – assistiamo a rincari spaventosi anche del gas. E attenzione, perché con l’aumento dell’energia, arriverà la stangata anche per coloro che hanno acquistato un’auto elettrica. Resta il fatto che solo con mezzi pubblici più efficienti si potrebbe pensare di risparmiare di più e inquinare di meno».

Carburanti, ma anche bollette di luce e gas: «Non esiste settore che non veda un aumento dei costi – spiega Mina Busi, presidente di Adiconsum –: trasporti, ristorazione, prodotti alimentari soffrono della carenza mondiale di materie prime che si traduce, poi, in prezzi più alti, destinati a replicarsi anche per i prossimi mesi purtroppo. Regione e Comuni devono intervenire per calmierare la situazione perché gli aumenti rischiano di mettere fuorigioco artigiani, commercianti e famiglie anche se statisticamente vengono classificati come benestanti, riducendo inevitabilmente i consumi che sono un traino per la ripresa. Occorre mettere a punto un osservatorio prezzi, ispezioni sui rincari, mentre le piccole imprese potrebbero organizzarsi in consorzi di acquisto, per conseguire i prezzi che strappano le grandi imprese».

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