Case di riposo in emergenza affetti
A Calcio un tunnel per abbracci sicuri

Una parte di cellophane permetterà il contatto fisico in sicurezza. Da ieri al «Don Palla» di Piazza Brembana colloqui attraverso il plexiglass.

In questi giorni anche a Calcio la Rsa «Fondazione don Carlo Zanoncello onlus» sta preparando una sorpresa natalizia per gli anziani residenti e per i loro famigliari: il Cda presieduto da Giuseppe Orisio ha deciso di acquistare il «tunnel dell’abbraccio» che verrà inaugurato il 18 dicembre alle 11, con una cerimonia ristretta alla presenza del sindaco Elena Comendulli e dell’arciprete don Fabio Santambrogio che lo benedirà, per essere subito operativo il 19.

«Si tratta della prima esperienza di questo tipo nella Bergamasca – precisa il presidente Orisio –. È un tunnel, simile a quello dei giochi gonfiabili per bambini nella forma, di 4 metri per 2,80 e 3,30 metri di altezza, che installeremo a ridosso del porticato esterno. Gli anziani, accompagnati dagli educatori, entreranno nel tunnel diviso a metà al suo interno da una parete di cellophane: da una parte entrano i parenti, dopo l’igienizzazione e la prova della temperatura, dall’altra gli anziani».

Attraverso la parete di cellophane potranno infilare braccia per abbracciare, avvicinare visi e baciarsi, tenersi per mano per scaldarsele; vivere questo momento di contatto che sia gli uni sia gli altri tanto attendono. All’esterno il tunnel è blu, dentro è bianco, illuminato e riscaldato. In Rsa si è lavorato, dallo scoppio della pandemia, per mantenere la relazione il più possibile presente nella vita degli ospiti. «Uno dei problemi vissuti con la pandemia, ripreso con l’autunno, è la mancanza delle relazioni tra i parenti e gli ospiti – aggiunge Orisio –. Ci siamo mossi subito, attivato iniziative per mantenere un rapporto tra le famiglie e i residenti in casa di riposo, a tutela del morale e della salute psicofisica degli anziani.

Da marzo abbiamo attivato le videochiamate, da aprile abbiamo cominciato a far incontrare i parenti attraverso le vetrate delle stanze degli ospiti; quest’estate gli incontri distanziati sono avvenuti nei gazebo esterni che contiamo di riproporre nei mesi estivi se dovessimo ritrovarci in queste condizioni. A fine settembre, questo punto di incontro giornaliero l’abbiamo spostato in un luogo più caldo, nella chiesa della Rsa. I parenti per tutte le tipologie di visite dovevano, e devono, prenotarsi». E le risposte alle iniziative sono state davvero positive, come testimoniano i numeri: 2.425 videochiamate da aprile a novembre; 1.029 incontri alle vetrate; da agosto a fine settembre 556 visite ai gazebo e 180 in chiesa da fine settembre al 16 ottobre. Per un totale di 1.765 visite. Il tutto gestito con la collaborazione degli operatori della Rsa, dalla educatrice Silvia Vezzoli.

La Fondazione don Stefano Palla di Piazza Brembana ha aperto ieri un nuovo spazio dedicato agli incontri fra gli ospiti della Rsa e i loro familiari.

Si tratta di una struttura in materiale trasparente realizzata su un’area verde adiacente all’edificio e alla quale gli ospiti possono accedere direttamente senza uscire all’esterno. Ieri pomeriggio alle 15 si sono aperti i primi colloqui, possibili fino ad oggi solo attraverso videochiamate.

I familiari possono raggiungere la struttura direttamente dal giardino esterno e hanno la possibilità di restare per 15 minuti con la persona a loro cara. A separarli il pannello in plexiglass necessario per le norme anti-Covid e per agevolare la comunicazione un impianto microfonico di amplificazione della voce. Il luogo ha voluto essere una sorta di regalo agli ospiti e alle loro famiglie in vista del periodo natalizio: riscaldato, è stato preparato come un salottino, con l’albero di Natale e qualche decorazione. Dopo ogni visita i pannelli si sollevano e consentono di arieggiare lo spazio mentre gli operatori possono sanificare le superfici. «È necessario garantire ancora la massima sicurezza – dice il direttore sanitario Walter Vanini – ma non si poteva trascurare l’aspetto emotivo e psicologico che comporta la mancanza della relazione con i familiari. La Fondazione ha creato questa piccola zona confortevole che fa sentire più vicini e l’amplificazione facilita anche il dialogo per gli ospiti con deficit uditivo. Questo è importante ma ci rendiamo conto che ai nostri anziani, dal punto di vista affettivo, servirebbe una vicinanza ancora maggiore. Lo evidenziamo soprattutto sui pazienti colpiti da Alzheimer, dove il contatto è una forma di comunicazione molto importante. Aspettiamo di riabbracciarci presto e favoriamo nel frattempo tutto ciò che può ridurre la lontananza. Siamo in una grande emergenza affettiva che non può essere ignorata e che per qualcuno sta diventando intollerabile. Qualcuno si sente veramente abbandonato e dimenticato. Dobbiamo fare qualcosa».

I familiari degli ospiti si rivolgono in questi giorni alla struttura per prenotare il loro colloquio. «Gli incontri vengono programmati lungo tutta la settimana – aggiunge Vanini – compatibilmente con le attività previste nella giornata degli ospiti. Creando una certa rotazione nelle visite permettiamo a tutti di incontrare i loro cari con una certa regolarità e frequenza».

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