«Ciao Matteo, ci hai insegnato
ad affrontare le difficoltà»

Commosso addio al bambino di 10 anni morto per un tumore. «Ha dato coraggio a tutta la sua famiglia». Palloncini in cielo per ricordarlo.

«Ciao Matteo, nostro piccolo grande campione. Vogliamo avere anche solo un briciolo della tua forza per ringraziarti per essere entrato nelle nostre vite e averle illuminate con la tua presenza. Grazie per aver reso la nostra casa un luogo felice e averci permesso di aiutarti a diventare il bambino che sei stato: coraggioso, deciso, allegro, scherzoso e sempre pronto a difendere le persone alle quali volevi bene. Grazie per averci insegnato che le difficoltà si affrontano a testa alta, senza farsi abbattere. Ci proveremo anche noi. Ti vogliamo tanto bene. Gaia, mamma e papà».

Stringe il cuore il pensiero letto da Sara, la mamma di Matteo Ottaviani, prima del funerale del piccolo di soli 10 anni, volato in cielo sabato scorso a causa delle conseguenze di un tumore al cervello. La Messa è stata celebrata ieri mattina nella chiesa parrocchiale di Curnasco, dove erano presenti i compagni di Matteo, che frequentava la 5B della scuola primaria di Curnasco, insieme ai compagni di classe della sorella Gaia, iscritta alla seconda media di Treviolo.

Con loro i parenti, gli amici, le catechiste, le maestre e tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare anche solo per un momento Matteo, un piccolo grande uomo che non si è mai fatto abbattere dalla malattia ma ha sempre vissuto la vita pienamente, con coraggio e grandi sorrisi. La funzione è stata celebrata dal parroco di Curnasco don Davide Nembrini e concelebrata dal parroco di Levate (già parroco di Curnasco) don Stefano Bolognini e da don Fabio Riva, collaboratore pastorale di Curnasco e insegnante in Seminario. «Il silenzio, le lacrime e la preghiera – ha detto don Nembrini nell’omelia – sono gli atteggiamenti più consoni per vivere la morte di Matteo.

Lui è nato in una famiglia con due genitori meravigliosi e l’amata Gaia. Un bambino forte, determinato, coraggioso, che ha combattuto fino all’ultimo. Ricordo la sua Prima Comunione: era appena uscito dalle cure ma aveva tenacia. Ricordo quel bimbo vestito di bianco con il volto angelico. Forza, coraggio, determinazione: Matteo è così, è morto ma vive. Ha dato coraggio a tutta la sua famiglia ed era anche spinto da una forte generosità verso gli altri: il suo sogno era fare il pompiere. I suoi genitori hanno potuto donare le cornee: ora lui vede Dio e un altro vede con i suoi occhi. Ti ringraziamo Signore perché Matteo è stato un dono per la sua famiglia e per tutti noi. Dal Paradiso proteggici, accompagnaci, custodiscici».

Al termine della Messa papà Mario ha voluto ringraziare ognuna delle persone «che in questi giorni ci hanno dimostrato il loro affetto e una in particolare che, insieme a noi, ha condiviso tutta questa avventura ed è stata la migliore amica di Matteo: Gaia». Mentre alcuni compagni di classe hanno letto dolci pensieri. «Non so dove vanno le persone quando scompaiono ma so dove restano»; «È spuntata una nuova stellina in cielo che ci guarda tutti e ci aiuta nei momenti più difficili»; «Ciao Matteo, dal primo giorno che ti ho visto ho capito che sei una persona speciale, sempre positivo e solare, so che tutte le persone che ti conoscono in questo momento ti pensano: ti vogliamo un sacco di bene»; «Per Gaia: quando una persona che ami vola via, una parte di lei resta confinata nel tuo cuore. Il ricordo del suo sorriso, del suo sguardo, del suo profumo e della sua risata non ti abbandoneranno mai». Poi sul sagrato i bambini hanno fatto volare in cielo alcuni palloncini bianchi. Matteo è stato sepolto al cimitero di Curnasco, dove ognuno dei compagni di classe ha posto una rosa sulla sua piccola bara bianca.

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