Con «Alert-Cov», anche in Bergamasca
si individueranno i focolai in anticipo

La nostra provincia, con quella di Cremona, rientra nel piano dell’Istituto superiore di Sanità e dell’Istat. Giovanni Corrao (Bicocca): «Si tratta di un metodo predittivo che consente di riconoscerli qualche settimana prima».

Per lunghi mesi, il virus lo si è rincorso. Ora che va lento, quasi fermo, anzi arretra, correre più veloce del Sars-CoV-2 è possibile, oltre che necessario. Per il presente, e probabilmente anche per l’orizzonte che si aprirà dopo l’estate.

È il tracciamento – cioè l’efficienza nel testare i nuovi casi e nel ricostruire la rete di persone con cui questi positivi sono venuti in contatto – una delle chiavi per soffocare sul nascere ogni nuovo focolaio. Bergamo farà da apripista per modalità nuove, in grado di incrociare tecniche rodate con spunti innovativi, con la regìa dell’Istituto superiore di sanità e dell’Istat e la collaborazione dell’Università degli Studi di Milano «Bicocca».

Si chiama «Alert-Cov» il nuovo progetto in fatto di tracciamento, sotto la direzione scientifica di Giovanni Corrao, professore ordinario di Statistica medica nell’ateneo meneghino: «L’obiettivo di questo nuovo sistema è quello di identificare i focolai epidemici prima che diventino evidenti nel consueto sistema di rilevamento dell’Istituto superiore di sanità – premette Corrao -. Tra un mese circa, saremo in grado di mettere a sistema un metodo alternativo a quello convenzionale, che riesce a rilevare precocemente i segnali di focolai anche su piccole aree, addirittura in una singola via: si tratta di metodi predittivi che potrebbero portare a un risparmio anche di qualche settimana nei segnali d’allarme».

All’interno di una sinergia tra Regioni, la provincia di Bergamo sarà «pilota» insieme a Cremona per la Lombardia. Inizialmente messo a punto nei mesi scorsi, «Alert-Cov» ha subìto un rallentamento legato a questioni di perfezionamento della privacy, ma ora è pronto a correre. Più veloce del virus, appunto: oltre i metodi classici legati al tampone e alle «interviste» dei dipartimenti di prevenzione, si prevede un ricorso ad algoritmi che tengano conto di indicatori ospedalieri e della medicina territoriale.

Approntarlo in questa fase di transizione della pandemia sarà una base anche per l’eventuale rimbalzo autunnale della pandemia. Una certezza sull’oggi è però data in un sistema di tamponi che mostra numeri ben superiori a quelli dell’estate scorsa: «Il sistema complessivo funziona molto meglio di un anno fa – conferma Corrao -. I sistemi sanitari hanno dovuto attrezzarsi, ora si raccolgono i risultati. È così in tutto il mondo». Ed è funzionato molto meglio, evidentemente, anche il meccanismo delle riaperture: «Un effetto negativo non si è visto – rileva il professore -: è prevalsa la grande accelerazione del piano vaccinale. Le previsioni sullo scenario epidemiologiche sono ottime, almeno fino a quando riusciamo a farle, cioè sino a fine agosto. Ma sono esattamente gli stessi numeri che osservavamo un anno fa. La stagionalità influisce? Molto probabilmente sì, come per tutti i microrganismi a trasmissione aerea».

Rispetto a un anno fa, però, c’è un’arma in più: il vaccino. «Mese dopo mese la campagna sta proseguendo molto bene, al di là delle più rosee aspettative – prosegue Corrao -. La Lombardia l’abbiamo massacrata per un anno, ora è giusto dare onore al merito perché ha fatto un lavoro eccezionale in questa fase delle vaccinazioni. Non solo per la velocità, ma anche per la capacità di mettere in sicurezza i più fragili: rispetto al resto d’Italia, è sostanzialmente più avanti. Sugli ultranovantenni siamo al 100%, tra gli 80-89enni quasi: quelli che mancano sono i pochi cittadini che non avendo autonomia devono essere raggiunti al proprio domicilio. Anche gli operatori sanitari, in particolare i medici di base, sono stati vaccinati con risultati molto alti».

Guardando avanti, si torna tuttavia all’inizio. E cioè sull’importanza della prevenzione, anche attraverso capacità di testing, sequenziamento tracciamento: «Questo virus ci ha mostrato una diabolica capacità a mutare sempre più – conclude Corrao -. I segnali attuali sono positivi, però non sappiamo se comparirà qualche altra variante. Oltretutto, ribadiamolo: questa è una pandemia, e quindi o le economie forti si mettono in testa la necessità proteggere l’intero mondo, in primis con i vaccini, o periodicamente a un’epidemia da Covid dobbiamo abituarci. Servono attenzione e prevenzione».

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