Contagi in salita, Bergamo accerchiata
«Qui quadro stabile, ma siamo pronti»

Il direttore sanitario dell’ospedale Papa Giovanni, Fabio Pezzoli: «Da noi si è sviluppata una sorta di immunità diffusa, ma continuiamo coi comportamenti virtuosi contro il Covid».

La curva dei contagi ha superato quota mille in Lombardia per la terza volta negli ultimi quattro giorni (+1.080 ieri, +696 lunedì, +1.032 domenica e +1.140 sabato) e Bergamo si sente accerchiata (martedì +40 positivi nella nostra provincia).

I numeri parlano chiaro: +440 nuovi casi accertati nel Milanese, +180 tra Monza e Brianza, +121 nel Varesotto. L’epicentro dei focolai si è spostato altrove. Il direttore sanitario dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, Fabio Pezzoli, conferma il quadro: «In effetti siamo accerchiati, ma ci sentiamo anche pronti dopo l’emergenza di marzo e aprile. La situazione è stabile nella Bergamasca e non si è registrato finora alcun incremento significativo dei dati Covid. Abbiamo 4 pazienti nell’area critica (2 intubati e 2 in sub intensiva), una decina di ricoverati in malattie infettive e un’altra decina di soli positivi al tampone. Il quadro è sotto controllo, ma il messaggio che deve passare è sempre lo stesso: persistiamo nei comportamenti virtuosi, mascherina, igiene delle mani e distanziamento sociale, a prescindere dalle nuove misure del decreto governativo. Si è sviluppata nella Bergamasca una sorta di immunità diffusa, confermata dai risultati dei test sierologici. Altrove non è così e non dobbiamo dimenticarlo».

Dati regionali

I numeri su scala regionale certificano una nuova impennata del rapporto tra i tamponi processati in 24 ore (+17.186) e i positivi rintracciati, pari al 6,2% (il giorno prima 4,9%). E soprattutto si è registrato un incremento notevole dei pazienti ricoverati in terapia intensiva (+12 in un giorno, totale 62) e di quelli nei reparti di medicina ordinaria (+83, ora sono 546), numeri da sempre monitorati con attenzione anche ai fini del calcolo dell’indice Rt (tasso di contagiosità dopo le misure di contenimento) e quindi della gestibilità del quadro sanitario. Tra le regioni la Lombardia ieri ha registrato il maggior numero di positivi e anche i decessi sono aumentati (+6 rispetto ai +3, +3 e +2 dei giorni scorsi).

Dati bergamaschi

I 40 contagi riscontrati ieri si inseriscono nel trend dell’ultima settimana (+45 lunedì, +29 domenica, +36 sabato, +49 venerdì, +40 giovedì, +37 mercoledì) con il totale aggiornato a 16.187 positivi tra Bergamo e provincia dall’inizio dell’epidemia. Ieri è stata accertata anche una vittima del Covid dopo dieci giorni consecutivi senza decessi (3.148 decessi ufficiali da febbraio). Il rapporto tra contagiati e popolazione è pari all’1,45%.

Dpcm e Fontana

Dinanzi al nuovo Dpcm (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) in vigore da oggi con le misure per arginare i contagi che impatteranno anche sulla Lombardia fino al 13 novembre (tra le novità principali il divieto di feste private al chiuso o all’aperto, la forte raccomandazione a non ricevere in casa più di 6 familiari o amici non conviventi, la chiusura dei locali alle 24 e dalle 21 sarà vietato consumare in piedi, il divieto di gite scolastiche, lo stop al calcetto e agli altri sport di contatto a livello amatoriale) il governatore Attilio Fontana non ha nascosto il disappunto per alcune proposte non accolte. «Prendo atto con rammarico – ha detto – che nel Dpcm non vengono affrontati temi fondamentali come la didattica a distanza per le classi superiori e l’affollamento dei mezzi pubblici, laddove l’inizio delle scuole e la mobilità pubblica si sono rivelati due degli aspetti che più hanno influenzato l’aumento della curva epidemiologica». «Poco o nulla – ha aggiunto Fontana – è stato recepito dal confronto tra i governatori dal quale erano emerse numerose richieste di miglioramento. Il provvedimento del governo è confuso, contraddittorio e in molte sue parti inattuabile. Quindi il giudizio nel complesso è negativo». Poi sulle terapie intensive in aumento per i pazienti Covid: «La Lombardia è pronta. Sarò tranquillo il giorno in cui mi si dirà che è finito il contagio e che non abbiamo dovuto utilizzare alcuna terapia intensiva, ma sicuramente siamo pronti». Sulla chiusura dei locali alle 24: «Al momento il problema principale sono le movide, ma non pensiamo di chiudere i locali alle 18».

Cts Lombardia

Ieri pomeriggio si è riunito il Comitato tecnico scientifico regionale, rinviato di un giorno proprio per verificare il testo definitivo del Dpcm: «È stato un confronto proficuo – ha sottolineato l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera –. Il Dpcm, in materia strettamente sanitaria, recepisce alcune delle indicazioni che avevamo proposto e sono state formulate indicazioni operative per l’identificazione e la gestione clinica dei casi di sospetta infezione Covid, dall’infanzia all’adolescenza».

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