Coronaria reimpiantata, la piccola Chiara rinasce a tre mesi nei giorni di Natale

La piccola, tre mesi, operata al «Papa Giovanni» per una anomalia cardiaca. Papà Fabian: medici eccezionali, era destinata a morire.

«La nostra piccola ha ormai quasi quattro mesi, ma per noi è come se fosse nata adesso: è il nostro miracolo di Natale. Stava bene, poi all’improvviso ha smesso di mangiare, di crescere, vomitava. Ha avuto un arresto cardiaco, poi un infarto, e si è scoperto che aveva un’anomalia cardiaca: era destinata a morire. Sapere che ora riesce anche a ingerire il cibo per noi ha dell’incredibile: riusciamo a dire solo grazie. Grazie a Bergamo, ai medici del “Papa Giovanni”. Non smetteremo mai, per tutta la vita, di ringraziarli: dobbiamo a loro se Chiara è con noi, finalmente sana. Il più bel Natale della nostra vita.

E ora, mi scusi, ma devo correre da lei: devo anche pensare a come festeggiarla, quando la riporteremo a casa». Fabian Cervanaku, 32 anni, albanese di origine ma da 18 anni in Italia, abita con la famiglia a Ponte di Legno (Brescia), un lavoro in edilizia con cui mantiene i suoi cari, oltre alla piccola Chiara, la moglie Silbora, 29 anni e il loro primogenito Noel, 6 anni. Da oltre un mese a questa parte Fabian trascorre i suoi fine settimana al «Papa Giovanni», arriva al pomeriggio del sabato per fare una carezza a Chiara e abbracciare la moglie Silbora che, da quando la loro piccola è stata trasferita in condizioni disperate all’ospedale «Papa Giovanni», non lascia la figlia neppure un minuto.

«È successo tutto all’improvviso, e nessuno sospettava che la nostra piccola potesse essere a un passo dalla morte: la piccola, a poco più di tre mesi dalla nascita cresceva bene, pesava quasi 4 chili, quando ha cominciato a manifestare sintomi preoccupanti, non mangiava più, vomitava, sembrava non respirare bene. L’abbiamo portata in ospedale, a Esine, dove è stata ricoverata. Dopo due settimane, si è scoperto che la bambina aveva un’infezione ai polmoni, una sospetta bronchiolite. E in poche ore è successo il peggio: è andata in arresto cardiaco. I medici poi ci hanno spiegato che aveva avuto un infarto». La piccola, sottoposta a massaggio cardiaco per oltre 10 minuti, è stata poi trasferita in elicottero all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Era il 15 novembre: la piccola entra nella Terapia intensiva pediatrica di cui è responsabile Enzo Bonanomi.

Un primo esame evidenzia una cardiomegalia, si ipotizza una miocardite, altri esami effettuati dai cardiologi pediatrici del «Papa Giovanni» permettono però di intercettare una anomalia, rarissima. «Gli esami effettuati avevano rivelato segni di ischemia con probabile infarto. Ulteriori approfondimenti, grazie all’intuizione di un collega, Matteo Ciuffreda, consentono di capire che la piccola, che aveva una insufficienza mitralica severa, presentava un’anomala origine dell’arteria coronarica sinistra - spiega il cardiochirurgo pediatrico Francesco Seddio, che ha poi effettuato l’intervento con i colleghi Nicola Uricchio e Federico Brunelli -. La successiva coronarografia del 16 novembre ha poi confermato il sospetto. Un’anomalia che non si può intercettare in utero, e che è rarissima. L’arteria coronarica sinistra della bimba proveniva dall’arteria polmonare: l’intervento chirurgico di correzione andava effettuato in tempi strettissimi, per evitare altri arresti cardiaci».

Le coronarie, infatti, sono vasi arteriosi che nascono dall’aorta e hanno la funzione di rifornire di sangue ossigenato i tessuti del cuore, mantenendo in vita il muscolo cardiaco: una origine anomala della coronaria sinistra dall’arteria polmonare, come quella riscontrata alla piccola Chiara, equivale a una condanna a morte. «Abbiamo approfondito il caso e il 17 novembre effettuato l’intervento: dovevamo capire se optare per un bypass coronarico o effettuare un reimpianto della coronaria in aorta - spiega Federico Brunelli -. Sembrava che il reimpianto fosse da scartare, perché pareva che le distanze dall’aorta fossero eccessive. Ma in fase di intervento abbiamo deciso invece proprio per il reimpianto, staccando la coronaria sinistra dall’arteria polmonare e fissandola poi nell’aorta.

Per riparare il difetto creato nell’arteria polmonare è stato utilizzato un pezzo di pericardio prelevato dalla stessa bambina». Un intervento delicatissimo, su una paziente di 4 chili: è evidente che, date le dimensioni dei vasi, di pochi millimetri, è stata fondamentale l’esperienza e il lavoro di squadra che pochissimi centri possono vantare. Le difficoltà della piccola Chiara, a intervento concluso con successo, non si sono fermate qui: per permettere a cuore e polmoni di recuperare le loro funzioni, si è fatto ricorso all’Ecmo, un sistema di assistenza circolatoria che permette di «sostituire» gli organi grazie a un macchinario esterno. «E anche in questo caso occorre riflettere sul fatto che l’Ecmo, così come molti altri macchinari, è pensato per gli adulti - sottolinea Enzo Bonanomi -. E quindi è stata cruciale la capacità e la professionalità di tutti gli operatori, acquisita da anni di esperienza in Ecmo neonatale e pediatrico.

L’Ecmo è stato quindi adattato all’uso pediatrico». Dopo due giorni la piccola ha mostrato segni di miglioramento ed è rimasta soltanto in assistenza ventricolare sinistra per circa una settimana. È stata poi estubata il 4 dicembre, trasferita in Terapia subintensiva pediatrica e l’11 dicembre in Cardiochirurgia pediatrica. «Chiara ora sta bene, contiamo di riuscire a toglierle a breve anche il sondino per l’alimentazione: già ora viene nutrita in parte in modo naturale - sottolinea Francesco Siddio -. Dovrà tornare per controlli periodici, ma avrà una vita normale». È rinata, Chiara. «Per noi, lo ripeto, è come se fosse nata adesso. Un miracolo - sussurra papà Fabian -. Ancora non ci crediamo: i medici del “Papa Giovanni” ci hanno regalato il più bel Natale che potessimo immaginare».

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