Coronavirus, gli «investigatori»
che ricostruiscono la rete del contagio

Contact tracer, s ono 30 per la Bergamasca: tocca a loro rintracciare chi è stato a contatto con un positivo al Covid.

La metafora è un po’ quella degli investigatori. Domande, contatti da ricostruire, obiettivi da individuare. Di fronte, però, c’è lo scoglio dei numeri. Grandi, sempre più grandi. La rincorsa al virus passa anche dal contact tracing, il tracciamento dei contatti stretti che deve essere avviato per ogni nuovo caso positivo al fine da circoscrivere i potenziali contagi, arrestando la catena di trasmissione. A Bergamo i «tracciatori» messi in campo da Ats sono attualmente 30, tra medici e assistenti sanitari: una parte di questo organico era già in forza all’Agenzia di tutela della salute, perché la figura non è una novità legata alla pandemia, ma è prevista sin dall’istituzione del Servizio sanitario nazionale (1978), che ha introdotto personale dedicato all’attività di sorveglianza sanitaria per tutte le malattie infettive. Esiste oggi uno specifico percorso di formazione universitaria, con corsi di laurea in «assistente sanitario», sia triennale (è questo il requisito per i concorsi dedicati all’assunzione dei contact tracer) sia magistrale. Il galoppare della pandemia, naturalmente, ha portato anche Ats Bergamo ad assumere nuove forze.

Un primo bando è stato lanciato già il 7 marzo per incarichi a tempo pieno e determinato della durata di due mesi, che però «ha consentito di avviare al lavoro a regime solo tre assistenti sanitarie – si legge nel testo di un successivo bando di luglio per altri sei posti, dove si presenteranno invece ben 34 candidati –, numero assolutamente non sufficiente» secondo quanto indicato dalla Regione (con riferimento a degli standard arrivati dal ministero).

Il rafforzamento dell’organico non si è fermato; a fine giugno, appunto, una delibera della Regione aveva autorizzato Ats Bergamo, così come altre agenzie lombarde, «ad assumere personale straordinario nel profilo di assistente sanitario da adibire all’attività di sorveglianza e contact tracing con risorse economiche straordinarie aggiuntive». L’ampliamento è proseguito dunque sino alle attuali 30 unità in totale, comprese le risorse già in organico: da ultimo, l’8 ottobre è stata firmata la più recente deliberazione per l’assunzione di un altro assistente sanitario, a tempo determinato per un anno, «da adibire alle attività di sorveglianza e contact tracing». L’età media è bassa, chi concorre per queste posizioni ha spesso meno di trent’anni: abbastanza fresco di laurea, ottima dimestichezza con le tecnologie, può garantire quell’«agilità» necessaria per far fronte ai numeri imponenti dell’ondata pandemica.

Come funziona

È un lavoro importante, quello del tracciamento. Ogni giorno, infatti, Ats Bergamo riceve dai «flussi regionali» i nominativi delle nuove persone che hanno contratto il coronavirus. Presi in carico, per ognuno di essi scatta l’«inchiesta epidemiologica»: telefonicamente vengono ricostruiti i contatti stretti, e ogni contatto stretto viene a sua volta sentito telefonicamente; a queste persone sono così fornite le indicazioni per il corretto isolamento fiduciario, mentre viene emesso il contestuale provvedimento di quarantena. Un fronte su cui oggi gioca anche l’app Immuni, che sostanzialmente svolge automaticamente – e anonimamente – il processo di individuazione dei contatti stretti di un nuovo positivo (ovviamente, se il nuovo positivo ha scaricato la app e a segnalato di aver contratto il virus): i contatti stretti del nuovo contagio ricevono la notifica di Immuni e devono rivolgersi al medico di medicina generale, che dà loro indicazioni sulla necessità di isolamento fiduciario e invia i dati del paziente all’Ats, che poi comunque contatta telefonicamente il contatto stretto, se necessario fissa il tampone, ed emette il provvedimento di quarantena.

La sfida del tracciamento porta con sé la complessità dei numeri. Quanti sono, in media, i contatti stretti per ogni nuovo positivo? Difficile fare un calcolo. Uno studio della Fondazione Bruno Kessler, ente di ricerca che ha lavorato anche per il Comitato tecnico scientifico, ha abbozzato alcune stime, naturalmente riferite a uno scenario in cui la vita sociale è normale e non limitata da coprifuochi o lockdown: per un ragazzo di 15-19 anni, si calcolano 29 contatti stretti tra famiglia, scuola, trasporti e tempo libero; tra i 40 e i 44 anni (scuola sostituita dal lavoro) si scende a 22; sopra i 70, si cala a 10. Sono i nodi delle reti sociali che vanno moltiplicati per il numero di nuovi casi che spuntano quotidianamente: nell’ultima settimana, in Bergamasca i nuovi casi sono stati mediamente 195 al giorno.

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