Bergamo, al via le vaccinazioni Covid
Saranno 50 tra infermieri e medici

Il 27 dicembre al via le prime vaccinazioni anti Covid. «Precettati» i presidenti degli Ordini dei medici e degli infermieri.

Le primissime convocazioni sono partite lunedì, via WhatsApp. Messaggi ufficiosi e altamente informali, spediti attorno alle 15, modello – per dirla con gli inglesi – «save the date»: «Tieniti libero il 27 dicembre per fare il vaccino anticovid».

A ricevere il messaggio il presidente dell’Ordine dei Medici Guido Marinoni così come il collega alla guida dell’Ordine degli Infermieri Gianluca Solitro. Ci saranno anche loro fra i 50 bergamaschi che il 27 dicembre riceveranno – per primi – il vaccino contro il Covid targato Pfizer Biontech, approvato ieri pomeriggio dall’Ema, l’ente regolatorio europeo. Una giornata ad alto valore simbolico, quella del 27, già ribattezzata V-day: l’Europa ha infatti concordato con i suoi Paesi membri un avvio coordinato della campagna, con le primissime dosi a essere somministrate a favore di telecamera.

In Lombardia, ha fatto sapere ieri il presidente Attilio Fontana, durante la conferenza stampa di fine anno, ne arriveranno all’incirca 1.600 e l’intenzione della Regione è quella di destinarne alcune decine per tutte le province lombarde.
Per Bergamo, come si diceva, ce ne saranno una cinquantina a disposizione: a fare da «testimonial» i presidenti di alcuni degli Ordini delle professioni sanitarie, oltre che una sparuta rappresentanza di medici, infermieri e personale impiegato nei luoghi di cura.

Le sedi

Ciascuna delle tre Asst orobiche dovrà selezionare all’incirca una quindicina di dipendenti a fare da «apripista»: e dopo la riunione di ieri con la Regione, per oggi è prevista una nuova call fra le Asst e l’Ats Bergamo per chiarire – fra gli altri punti – anche dove effettuare le prime vaccinazioni. Se solo e unicamente al «Papa Giovanni XXIII» oppure se anche in qualche altro presidio, primo fra tutti l’ospedale di Alzano Lombardo. Sembra infatti che l’Asst Bergamo Est abbia espresso il desiderio di poter organizzare il V-day anche all’interno della sua struttura in Valle Seriana, struttura che fra febbraio e marzo si è trovata a essere epicentro della pandemia.

«Stiamo lavorando all’organizzazione della prima giornata vaccinale, e anche domani (oggi per chi legge, ndr) ci sarà un ulteriore incontro – conferma il direttore di Ats Bergamo Massimo Giupponi –. Quel che possiamo già dire con certezza è che la campagna vera e propria, quella massiccia, partirà prima del previsto, prima quindi del 15 gennaio». E difatti il V-day del 27 dicembre sarà solo un assaggio. Una giornata dall’alto valore simbolico, che «sfrutterà» la presenza di testimonial da un lato e telecamere dall’altro per sensibilizzare la comunità e favorire l’adesione alla campagna. Si comincerà a fare sul serio solo dal 4 gennaio, data che dalla direzione generale del Welfare della Lombardia indicano come la più plausibile per l’avvio della campagna a tappeto di vaccinazioni. «Consegne permettendo, s’intende. Non è nemmeno da escludere si riesca a iniziare entro la fine di quest’anno», fanno sapere fonti di Palazzo Pirelli.

I numeri

In ogni caso nella Bergamasca, durante la prima sessione di somministrazioni, il farmaco di Pfizer-Biontech – il primo in assoluto a essere approvato in Europa, già inoculato a cittadini inglesi, americani e canadesi – sarà somministrato a 27.200 soggetti, come ha recentemente spiegato Giacomo Lucchini, responsabile regionale del maxi piano di coordinamento della campagna vaccinale. Di questi 27.200 cittadini, 15 mila sono medici, infermieri e operatori sanitari impiegati nel pubblico e nel privato, 6.200 sono operatori delle Rsa e 6.000 sono invece gli ospiti delle case di riposo.

Più in generale, la Lombardia sarà la regione a ricevere la quota maggiore della prima fornitura in arrivo: si tratta complessivamente di 304.955 dosi destinate ai lombardi, come chiarito nel piano presentato lo scorso 16 dicembre durante la conferenza Stato-Regioni. Se si allarga lo sguardo, in tutto lo Stivale arriveranno in prima battuta 1.833.975 dosi destinate a operatori sanitari, personale dei presidi ospedalieri, ospiti e lavoratori delle Rsa, a cui si aggiungerà un’ulteriore fornitura con altre 2.507.700 dosi.

L’ordine di somministrazione dovrebbe puntare, subito dopo i lavoratori del settore sanitario, sugli over 85 e sulle persone più fragili, a seguire sui cittadini tra i 60 e 80 anni insieme ai lavoratori dei servizi essenziali, per poi aprire al resto della popolazione. Pfizer, che produce il vaccino nella sua sede europea di Puurs (in Belgio), consegnerà le fiale nei punti di stoccaggio, punti che «all’inizio di gennaio saranno una quarantina (per salire poi a 65)» precisano dalla direzione generale del Welfare della Regione.

In provincia di Bergamo sono già state individuate le prime cinque strutture adatte proprio allo stoccaggio delle dosi: si tratta dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dell’ospedale di Treviglio, e dei tre ospedali dell’Asst Bergamo Est, ovvero Alzano, Seriate e Piario.

Per quanto riguarda il V-day, invece, ieri il presidente Fontana ha chiarito che le primissime 1.620 dosi arriveranno il 27 mattina all’ospedale Niguarda di Milano, per poi essere distribuite in tutte le province lombarde. E sarà solo il primo assaggio di una campagna vaccinale senza precedenti.

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