Covid, cresce la pressione ospedaliera: al «Papa Giovanni» attività in sala operatoria al 50%

La riduzione (prevista dal 3 gennaio) non riguarderà area oncologica ed emergenze. Pezzoli: «Ora serve personale per i reparti Covid»

La pressione ospedaliera sale, a causa dell’aumento dei contagi Covid: una crescita inferiore, per numeri, rispetto ai nuovi casi di positività al virus, ma che continua ed è costante. Una curva che non accenna a scendere verso il basso e che sta obbligando gli ospedali ad allargare le aree Covid. La conseguenza è che sono le altre attività ospedaliere, interventi chirurgici in primis e prestazioni ambulatoriali per altre patologie, a pagare il dazio all’avanzata del virus. Non è un caso, infatti, che all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo già da lunedì 3 gennaio verranno tagliate del 50% le sedute di sala operatoria. «Manteniamo invariate tutte le prestazioni chirurgiche per l’area oncologica, e ovviamente le emergenze e le urgenze, la riduzione riguarderà in particolare ortopedia, otorinolaringoiatria, neurochirurgia, chirurgia maxillo facciale e oculistica –sottolinea Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo – . Terremo monitorata la situazione settimana per settimana, ma per il momento non possiamo fare diversamente: a isorisorse, con anche l’impegno per vaccinazioni e i tamponi, aumentando le aree di ricoveri Covid siamo costretti a limitare le altre attività. Il personale è quello: attingiamo al personale delle chirurgie per le guardie notturne in area Covid».

Nel dettaglio, già da domani, al «Papa Giovanni» i posti letto di area Covid per le degenze ordinarie (tutte collocate nella Torre 2) saranno aumentati arrivando a 64, completando così l’ampliamento previsto di 24 posti aggiuntivi ai 40 già destinati ai malati Covid nelle scorse settimane dalla Regione e raggiungendo così il tetto massimo del cosiddetto Livello 2. Nelle Terapie intensive il «Papa Giovanni» ha già raggiunto i 16 posti letto previsti dalla Regione, e sta già utilizzando anche altri tre box di Terapia intensiva aggiuntivi che vengono solitamente lasciati liberi per urgenze legate a emergenze infettive.

Monitoraggio costante

«Attualmente in Terapia intensiva i malati Covid ricoverati sono 18, siamo pieni, ma non aumenteremo oltre, per il momento, i posti disponibili. Con le degenze ordinarie siamo praticamente a un’occupazione quasi totale. Abbiamo in sostanza oltre 80 malati Covid ricoverati – continua Pezzoli – . Per il momento teniamo, ma la situazione è in divenire costante: serve un monitoraggio continuo. E non è il momento di essere ottimisti, purtroppo. Eravamo riusciti fino a poco prima di Natale a non modificare la programmazione delle altre attività, in particolare di sala operatoria, tanto che il traguardo previsto dalla Regione dei 500 interventi chirurgici in più da effettuare entro la fine dell’anno per tagliare la lista delle prestazioni arretrate era stato anche superato. Abbiamo effettuato 515 interventi in più. Purtroppo, l’aumento dei casi Covid e l’ampliamento dei posti letto dedicati ora ci costringono a rimodulare le sedute di sala operatoria: per le festività si era scesi al 75% ora dobbiamo tagliare al 50%».

Anche Bergamo Est pensa ai tagli

Non è programmata al momento una riduzione delle attività per altre patologie nei presidi dell’Asst Bergamo Est, anche se già nei prossimi giorni la direzione strategica aprirà una riflessione per rimodulare le prestazioni chirurgiche e ambulatoriali, sempre in chiave aziendale (quindi «spalmando» i tagli sui vari presidi): oltre alle attività di cura per i malati Covid il personale, infatti, ha sulle spalle anche 4.000 vaccini al giorno e 1.700 tamponi quotidiani. Intanto anche qui i posti letto salgono da 20 a 30, oltre alla disponibilità per i sub acuti a Calcinate.

La Ovest: si può arrivare a 40

All’Asst Bergamo Ovest sono già 30, dal 13 dicembre, i posti letto per acuti attivi a Treviglio e, specifica il direttore generale Peter Assembergs, «sono aumentabili a tempo zero a 40 nel momento in cui Regione Lombardia ne avesse necessità e ce lo chiedesse. Quotidianamente forniamo due posti letto, dei 30, alla Centrale operativa regionale per ricevere pazienti da altri ospedali, anche da Asst molto distanti dalla nostra. Abbiamo attivo un filo diretto con l’Asst Papa Giovanni per ricoverare i loro pazienti meno gravi nelle nostre strutture. Al momento, dei 30 posti letto per acuti ne sono occupati 24; a Romano abbiamo attivi 18 posti letto per sub acuti, con un tasso di occupazione del 66%».

La Regione intanto si è attivata per allargare ancora le Terapie intensive Covid: la Direzione generale Welfare ieri ha parlato di 78 unità in aggiunta alle attuali 185, per un totale di 263 posti letto; sono collocati in diverse Asst e per il momento l’ampliamento non riguarda i presidi bergamaschi. Qualora si arrivasse alla saturazione di questi ulteriori posti letto, la Direzione generale Welfare ha previsto la possibilità di attivare 3 moduli, ciascuno da 15 posti letto di Terapia intensiva, nella struttura temporanea allestita alla Fiera Milano City.

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