Covid, giovani e il contagio di ritorno
«Ragazzi, in vacanza portate la prudenza»

I sei adolescenti dell’Isola tornati dalla Croazia sono stati contattati da Ats e sottoposti a tampone. L’infettivologa Tebaldi: a Bergamo situazione sotto controllo. Il consiglio: «Sì al divertimento, ma in piccoli gruppi»

L’allerta è a livello nazionale: i contagi da Sars-Cov2 stanno aumentando, anche per i casi di rientro dalle vacanze all’estero, e in particolare tra i giovani. E l’età dei contagiati si sta abbassando: ora la media è sui 30 anni.

Anche in Bergamasca si sono registrati casi di giovanissimi appena rientrati dalla Croazia che potrebbero essere venuti in contatto con persone contagiate dal Sars-Cov2: sarebbero almeno sei i giovani dell’Isola andati in Croazia, a Pag, per festeggiare la maturità e in quella località erano insieme a centinaia di ragazzi veneti e lombardi, in un viaggio organizzato da un’agenzia bresciana specializzata in tour per i più giovani, all’insegna del divertimento, del mare e del ballo. Tra questi giovani, ed è da qui che è scattato l’allerta, una ragazza padovana che si è sentita male dopo la vacanza, appena rientrata in Italia: i sei ragazzi bergamaschi, rintracciati dopo l’allarme, sono già stati contattati dall’Ats di Bergamo e sottoposti ieri a tampone. Gli esiti non sono ancora stati resi noti, ieri l’Ats non ha voluto rilasciare commenti, attende i riscontri clinici e diagnostici.

Ma quel focolaio vacanziero, come quello di molti altri registrati in tutta Italia fa drizzare le antenne: quanto è rischioso andare a fare le vacanze in luoghi dove probabilmente l’attenzione alle misure di prevenzione, mascherina, distanziamento sociale e igiene costante delle mani, è meno alta che in Italia? «I contagi da rientro sono una possibilità, e va prestata molta attenzione, se vogliamo proteggere quanto abbiamo ottenuto finora – spiega Alessandra Tebaldi, infettivologa all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo – . Ed è importante lanciare ai giovani messaggi che invitino alla prevenzione e a mantenere alta l’attenzione sul rischio contagio. Ma i giovani non vanno demonizzati in questo momento: hanno sofferto, molto più degli adulti, del lungo lockdown, e la loro crescita non può prescindere dalle relazioni e anche dallo svago. Dobbiamo nello stesso tempo essere chiari: a Bergamo non stiamo assistendo a nuovi contagi. Nè a casi di nuove malattie: in ospedale è da maggio che non ricoveriamo qualcuno con polmonite da Covid, e i casi di nuovi positivi vengono intercettati al pronto soccorso su persone asintomatiche che si erano presentate in ospedale per altre patologie. Tutto questo significa che in Bergamasca stiamo tenendo la situazione sotto controllo».

Ma c’è un ma, rimarca l’infettivologa del Papa Giovanni: «I giovani hanno tutto il diritto di divertirsi, ma devono essere consapevoli del fatto che potrebbero essere veicolo di contagio. L’attenzione quindi deve restare alta: ci si può divertire comunque, anche con la mascherina. In vacanza bisogna portare con sé la prudenza. Soprattutto in quei luoghi dove non c’è l’attenzione che abbiamo mantenuto e che sappiamo mantenere qui in Bergamasca. Ai ragazzi dico: anche se in alcuni luoghi vedete che la mascherina non è indossata da molti, voi proteggetevi. Lo si deve fare sempre, nei luoghi chiusi, nei viaggi in bus, in aereo o in treno, ma anche nei ritrovi serali, quando c’è tanta gente. Bisogna fare attenzione al distanziamento, anche all’aperto, perlomeno in luoghi dove c’è grande affollamento. Ragazzi, quindi, andate in vacanza, ma siate prudenti: io ho figli adolescenti, e l’accorgimento che mi sento di indicare è di stare in compagnia ma in piccoli gruppi, possibilmente con persone che si conoscono. Gli assembramenti vanno evitati. Se siamo vigili, riusciremo a fare bene, come abbiamo fatto, più di altri Paesi».

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