Didattica a distanza, nessun dietrofront
Confermata fino al 13 novembre

Fontana: «E intanto lavoreremo ad altre iniziative con il Cts». Resta il nodo trasporti. Il centrodestra sollecita il ricorso a mezzi privati.

Nessuna marcia indietro: il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana va fino in fondo e nel pomeriggio di ieri ha confermato che, almeno fino al prossimo 13 novembre, la gran parte della scuola secondaria di secondo grado dovrà essere fatta da casa, in didattica a distanza. «Mi assumo interamente la responsabilità di questa decisione – ha detto Fontana di fronte ai cronisti convocati a Palazzo Lombardia –. Il nostro compito è tutelare la salute e questo per la scuola sarà un breve periodo. Confidiamo che i provvedimenti che abbiamo preso possano rallentare il contagio e nel frattempo lavoreremo, mi auguro con il Governo, per mettere in campo altre iniziative». Iniziative, ha spiegato, che si baseranno sulla valutazione dei dati e sul colloquio «continuo» con il Comitato tecnico scientifico. Riguardo alla didattica a distanza, Fontana ha detto di aver avuto un lungo colloquio anche con la direttrice scolastica regionale Augusta Celada che «ha dato la disponibilità» ad accettare le richieste. L’ordinanza di Regione Lombardia, emanata due giorni fa, aveva trovato molta perplessità anche tra i sindaci, che si sono confrontati con il governatore più di una volta negli ultimi giorni. Sul tema Fontana si è limitato a sottolineare che la Regione «farà in modo che l’ordinanza possa essere applicata».

Il nodo dei trasporti

Il problema fondamentale non è quello delle lezioni e della scuola in sé, il nodo è quello dei trasporti. «Ho sempre voluto la riapertura della scuola e la didattica in presenza – ha scritto Fontana sui social –. Prima dell’estate ho chiesto, con proposte dettagliate, che il trasporto pubblico fosse supportato per non creare assembramenti ad alto rischio epidemiologico. È sotto gli occhi di tutti che tali premesse non siano state rispettate e che non siano state messe in campo, da parte del Governo centrale, misure per limitare il congestionamento dei mezzi pubblici nelle ore di punta».

Sul problema trasporto punta il dito anche la senatrice bergamasca di Forza Italia Alessandra Gallone. «L’Italia sta vivendo una situazione surreale per colpa del Governo – sottolinea – che non è in grado di dare indicazioni precise e di prendere decisioni sensate. È intollerabile che l’esecutivo, invece di organizzarsi durante l’estate preparando il Paese alla prevedibilissima seconda ondata, ora scarichi le responsabilità su Regioni e sindaci, senza neanche dare loro un protocollo univoco. I mezzi pubblici viaggiano carichi di studenti e lavoratori che rischiano ogni giorno di contagiarsi».

L’alleanza pubblico-privato

Gallone propone la soluzione dell’alleanza pubblico-privato: «È una delle soluzioni più efficaci e immediate – aggiunge – e sarebbe stata utilissima anche nella fase organizzativa del nuovo anno scolastico. Da insegnante sono profondamente contraria a reintrodurre la didattica a distanza. La scuola, grazie ai dirigenti scolastici, si era già organizzata e se al posto dei banchi si fosse investito sul trasporto, usando quei soldi pubblici per garantire spostamenti sicuri, ora non saremmo costretti a distruggere un altro anno scolastico. Ma il Governo ha sempre alzato un muro di fronte alle nostre proposte solo perché arrivavano dall’opposizione». Una questione su cui anche la senatrice della Lega Nord Simona Pergreffi ha messo l’accento: «Senza affrontare in modo celere e incisivo la questione del trasporto pubblico – dice – non si può parlare di contenimento dei contagi da Covid-19. Per questo come componente della commissione Trasporti del Senato, e insieme ai colleghi del centrodestra, abbiamo chiesto la convocazione urgente del ministro Paola De Micheli. Se la priorità dell’esecutivo è la tutela della salute pubblica, non si può prescindere dall’affrontare il tema del trasporto pubblico».

Cisl Lombardia infine considera la scelta della Dad un passo indietro: «Si tratta di una misura drastica – scrive l’associazione sindacale in un comunicato – dalla quale sarà difficile tornare indietro e che i ragazzi non possono permettersi dopo mesi di attività da remoto. Siamo ben consapevoli del preoccupante andamento della curva epidemica ma siamo altrettanto consci degli effetti di esclusione dal diritto allo studio che il ritorno alla prevalenza della didattica a distanza rischia di produrre, sommandosi ai ritardi nell’apprendimento già cumulati. Se vogliamo affrontare il nodo del rapporto fra scuola e trasporto pubblico locale – conclude la Cisl Lombardia – abbiamo il dovere di realizzare le misure di potenziamento che abbiamo già proposto, impiegando le risorse ora rese disponibili dal Governo».

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