Don Bepo, il 5 febbraio al via l’inchiesta diocesana per la beatificazione

SARÀ APERTA DAL VESCOVO. La prima sessione è pubblica. Chi l’ha conosciuto, o ne ha sentito parlare, potrà dire dell’esemplarità della sua vita.

Il 5 febbraio 1975 don Giuseppe Vavassori muore. A distanza di 49 anni, nella stessa giornata, nella chiesa dedicata a Santa Maria in Monte Santo del Seminario diocesano, il Vescovo Francesco Beschi aprirà la prima sessione dell’inchiesta diocesana per la Causa di Beatificazione del Servo di Dio don Bepo Vavassori, proprio al termine della settimana dedicata a don Bosco e don Bepo, promossa dal Patronato San Vincenzo.

Il sacerdote nella sua lunga vita – era nato nel 1888 –, fu parroco, redattore e direttore de «L’Eco di Bergamo», cappellano dell’Ospedale psichiatrico di Bergamo e delle carceri di Sant’Agata, ma soprattutto educatore dei giovani che accolse al Patronato San Vincenzo. Durante l’occupazione nazista don Bepo si prodiga a favore dei perseguitati, aiutandoli a nascondersi nelle case del Patronato o ad espatriare in Svizzera. Nella notte tra il 23 e il 24 novembre 1943 è arrestato dai nazisti; rimane in carcere fino al 29 dicembre. Nel dopoguerra si occupa anche dell’assistenza ai profughi, nel 1955 promuove la nascita del Villaggio degli Sposi; nel 1966 impegna il Patronato nell’attività missionaria in Bolivia, dove si reca quell’anno e nel 1969. Infine, nel 1973 inaugura la Casa del Giovane. Tante opere nate dalla sua fede, realizzate con umiltà, confidando sempre nella Provvidenza.

L’inchiesta diocesana

«L’inchiesta diocesana per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione di don Bepo – spiega don Arturo Bellini, vicepostulatore della Causa – sarà avviata con la prima sessione (che è pubblica) il 5 febbraio. Compito degli Officiali incaricati dal Vescovo sarà accertare la consistenza della fama di santità che ha circondato e circonda la figura del Fondatore del Patronato, mettendo in luce l’opinione comune, secondo cui la sua vita è stata integra, ricca di virtù cristiane. Quelli che lo hanno conosciuto di persona, o ne hanno sentito parlare, potranno dire dell’esemplarità della sua vita, della sua influenza positiva, della sua fecondità apostolica, della sua morte edificante o anche contestare tale fama». Don Bellini ha iniziato ad approfondire la conoscenza della vita di don Bepo nel 2019 quando il superiore del Patronato don Davide Rota gli chiese di occuparsi delle «carte» di don Bepo e di raccogliere qualche testimonianza tra gli ex allievi, una ricerca che fu interrotta dal Covid. «L’impegno riprese con l’aiuto di archivisti esperti con i quali cominciai a verificare il materiale di archivio. Poi preparai una richiesta scritta al Vescovo Beschi, firmata dal Superiore e dai preti del Patronato per chiedergli di avviare l’inchiesta diocesana. Analoga richiesta fu firmata da me come Presidente della “Fondazione Andrea Spada” e dai consiglieri del Consiglio di Amministrazione. Successivamente ci fu la scelta della postulatrice Cristiana Marinelli con sede a Roma, che ha provveduto a inviare al Vescovo una lettera denominata “Supplice libello”, ossia la richiesta affinché la Causa venisse iniziata».

«Dopo il 5 febbraio – chiarisce don Arturo – saranno ascoltati testimoni che hanno conosciuto don Bepo di persona. Saranno ascoltati anche figli di ex allievi che hanno sentito in casa parlare di don Bepo. Saranno pure ascoltati preti e collaboratori del Patronato perché raccontino come il germe propulsore che ha spinto don Bepo a rispondere a tanti bisogni, sia tuttora vivo e fecondo. Il materiale raccolto (cartaceo, fotografico e in video) verrà consegnato al Dicastero per le Cause dei Santi e comincerà così la fase detta “romana”. In questa fase, la postulatrice preparerà la “Positio”, ossia il dossier che raccoglie la biografia critica, e le prove idonee a dimostrare con certezza l’esercizio in grado eroico delle virtù del Servo di Dio e la sua fama di santità e di segni». La Positio verrà sottoposta all’esame di sei Consultori storici, che devono pronunciarsi sul valore scientifico e sulla completezza delle prove. Se l’esito sarà positivo, il giudizio passerà a 9 Consultori teologi; se positivo, il dossier passerà a cardinali e vescovi membri della Congregazione. Se favorevoli si presenterà la documentazione al Pontefice, il quale può autorizzare la promulgazione del Decreto che riconosce l’eroicità delle virtù (teologali e cardinali) del Servo di Dio, il quale sarà dichiarato ufficialmente «venerabile». Mentre questo processo si svolge don Bellini invita «i fedeli a pregare la Santissima Trinità di glorificare in terra attraverso il miracolo il Servo di Dio don Bepo. Ciascuno può chiedere la sua beatificazione ed il suo aiuto perché interceda presso Dio al fine di ottenere particolari grazie o favori per sé o per altri».

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