Dopo tre anni torna la Granfondo dei trapiantati

LA 17ª EDIZIONE. Domenica 8 ottobre il via da Bergamo, l’arrivo sabato 14 a Siena: sette le tappe. Aperta a tutti i ciclisti. «Il trapianto è vita».

Dopo tre anni di stop forzato torna la «Granfondo ciclistica dei trapiantati», aperta a tutti i ciclisti trapiantati d’organo, che mira a sensibilizzare sull’importanza del trapianto e della donazione di organi. La manifestazione ciclistica non competitiva è alla 17ª edizione: promossa dagli Amici del trapianto di fegato Odv Bergamo e Aido nazionale (in concomitanza del loro 50° di fondazione) in collaborazione con l’Asst «Papa Giovanni XXIII», è stata presentata ieri a Palazzo Frizzoni.

Al termine della presentazione, lo start inaugurale con la divisa ufficiale. Sette le tappe in programma per 621 chilometri. Il via ufficiale domenica da Bergamo alle 8,30, quindi Cremona, Reggio Emilia, La Spezia, Pisa, Cecina, Grosseto e arrivo sabato 14 ottobre a Siena alle 16, domenica 15 ottobre il rientro a Bergamo. La carovana sarà composta da 40 persone, 25 ciclisti in divisa ufficiale di cui 11 trapiantati e 13 iscritti ad Aido, 15 volontari organizzatori, 4 pulmini e un furgone. In sella anche il dottor Sergio Vedovati, coordinatore trapianti; direttore di gara sarà Diego Vezzoli e responsabile sanitario Mariangelo Cossolini.

A ogni tappa incontreranno i ragazzi delle scuole, i cittadini, le istituzioni e le associazioni di volontariato. «Il trapianto è vita – ricorda Marco Bozzoli, presidente dell’Associazione Amici del trapianto di fegato –. La nostra Granfondo vuole essere uno strumento per diffondere nelle scuole e nelle comunità la cultura della donazione degli organi e quella del trapianto come nuove possibilità che la scienza mette a disposizione per salvare vite, dimostrando che chi riceve un organo non solo può tornare a svolgere una vita normale, ma anche a fare attività sportive. Lo sport può fungere da terapia ed è fondamentale anche per sentirsi meglio a livello psichico».

Lo conferma Ermanno Manenti, 62 anni, manerbiese, due volte campione europeo e quattro volte campione del mondo per trapiantati: «Sono stato operato a Pisa nel gennaio 2007 ma non ho mai abbandonato la passione per il ciclismo e per la vita. Grazie all’Aned (Associazione nazionale emodializzati) ho scoperto un nuovo mondo. Nel 2009 ho vinto la prima medaglia ai Mondiali in Australia, poi Argentina (2015), Malaga (2017) e quest’anno la quarta medaglia ancora in Australia. Ci è voluto un po’ ma ora posso dire che tornare alla vita si può e dire sì alla donazione di organi è di fondamentale importanza. Io non avrei mai pensato di riuscire in quest’impresa record, ogni giorno ringrazio il mio donatore».

«È importante l’impegno di testimonianza di rinascita che i trapiantati trasmettono e il lavoro di sensibilizzazione che andranno a compiere negli incontri con le scuole e nelle comunità», sottolinea l’assessore alle Politiche sociali Marcella Messina. E conclude Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst «Papa Giovanni XXIII»: «Grazie agli Amici del trapianto di fegato e ad Aido che con il loro lavoro non solo riescono a stare accanto a chi attende un trapianto o l’ha appena ricevuto, ma anche a dimostrare con queste iniziative la forza di un dono così prezioso».

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