Doppio cognome: a Bergamo solo il 7% sceglie l’opzione

Palafrizzoni.Poche coppie scelgono di dare ai figli il cognome sia del papà sia della mamma: solo in 25 casi su 370 nascite.

La sentenza della Corte costituzionale dello scorso aprile aveva eliminato l’automatismo della trasmissione del cognome paterno, andando nella direzione di riconoscere la parità del rapporto tra uomo e donna. Ma nonostante questo, a Bergamo, come nel resto d’Italia, continua a vincere la «tradizione» e a oggi poche coppie hanno attivato per i loro figli la nuova opzione.

Nel capoluogo orobico, ad esempio, è meno del 7% dei neonati ad avere entrambi i cognomi. «Dal 1° giugno al 3 novembre ci sono state 370 dichiarazioni di nascita – ha spiegato l’assessore ai Servizi demografici Giacomo Angeloni –. Sono 25 i bambini per i quali è stata richiesta l’applicazione della norma. In 20 casi lo si è fatto nell’ordine padre-madre mentre nei restanti 5 si è scelta la sequenza madre-padre».

Secondo i dati riportati da «La Stampa», Bergamo sarebbe maglia nera in questa classifica ma anche nelle altre città il doppio cognome fatica a decollare: 7% a Genova, 10% a Brescia, 12% a Bologna e 18% a Milano. «La cosa importante è che sia stato riconosciuto questo diritto e sia stata attivata l’opzione: i nostri uffici, tra l’altro, sono stati tra i primi in Italia ad attivarsi per rispondere alle richieste – ha spiegato Angeloni –. Il principio introdotto dalla sentenza è giusto ma ci sono ancora alcuni buchi da sanare. Servono norme ad hoc per trattare alcune questioni chiave, tra cui l’ereditarietà: ad esempio, se tra vent’anni un bambino e una bambina con il doppio cognome avranno un figlio, quali e quanti saranno i cognomi che si tramanderanno nella prossima generazione? Il Partito democratico, in tal senso, aveva fatto una proposta per risolvere il tema, sul solco della legge spagnola». Altri chiarimenti, ad esempio, sorgono relativamente all’ordine dei cognomi o al codice fiscale. Molte associazioni in prima linea per la parità di genere hanno inoltre evidenziato che chi va a denunciare la nascita del bimbo è solitamente il padre. «Inoltre, per gli adulti bergamaschi che volessero aggiungere al loro cognome quello della madre, non è previsto che possano farlo senza l’istanza del prefetto: anche in questo caso serve una legge», ha fatto presente Angeloni.

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