È stata l’ondata di caldo più potente dal 1993. L’Areu: ma non c’è stata emergenza

IL BILANCIO. Il 23 agosto è stata la giornata peggiore degli ultimi 30 anni con il picco dei 39,1 gradi in città. Valoti: «Situazione sotto controllo»

Tre dati fanno una prova. Temperatura media giornaliera, temperatura massima e temperatura minima più alta: numeri alla mano, inequivocabilmente emerge che l’ondata di calore di agosto 2023 è stata la più potente da almeno trent’anni a questa parte. Lo confermano le rilevazioni della centralina dell’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) posizionata a Bergamo in via Stezzano, per cui sono disponibili tutte le rilevazioni giornaliere a partire dal 1° gennaio 1993.

Se si guarda alla temperatura media giornaliera, il 23 agosto 2023 è stato il giorno più caldo dal 1993 a oggi: 32,1°. Di più: tra le dieci giornate più calde in città degli ultimi trent’anni, ben quattro afferiscono all’ondata di calore che solo da ieri ha iniziato attenuarsi; nella top ten ci sono infatti anche giovedì 24 (media di 31,8°), venerdì 25 (31,7°) e lunedì 22 (31,6°). La fotografia è ancora più nitida spulciando i dati sulla temperatura massima rilevata (intesa come media su un’intera ora): nel pomeriggio del 23 agosto si è arrivati a 38,7° (con un picco «infraorario» di 39,1°), dopo che il 22 agosto si erano toccati i 38,4°; entrano nella top ten delle massime anche i 37,9° gradi segnalati venerdì 25 agosto 2023 e i 37,8° gradi del 24 agosto. Pomeriggi infuocati e pure notti tropicali, il gran caldo ha attanagliato la città anche col buio: indicativo è infatti il dato legato alla temperatura minima (sempre sulla media di un’intera ora), perché nella notte tra il 23 e il 24 agosto la colonnina di mercurio è scesa al massimo fino ai 26,8°; è stata la temperatura minima più alta mai segnata dal 1993, e nella top-ten si confermano anche le minime «alte» del 23 agosto (temperatura mai al di sotto dei 26,1°), del 22 agosto (mai sotto i 26°) e del 21 agosto (mai sotto i 25,9°). La tregua s’è innescata già sabato 26 agosto (nel pomeriggio la centralina Arpa aveva raggiunto al massimo i 35,5°), con un acquazzone scatenatosi verso le 16,30. Ora si attende il brutto tempo.

Il 118 «regge»

Di fronte a un caldo record, il sistema sanitario era pronto ad affrontare eventuali riflessi sui pronto soccorso e sui servizi d’emergenza. Invece «la situazione è stata decisamente migliore di quanto ci si potesse aspettare – commenta Oliviero Valori, direttore dell’Articolazione territoriale 118 di Bergamo –. A livello regionale c’è stato un incremento più sostanziale delle chiamate di emergenza, ma questo aumento è stato prevalentemente circoscritto nell’area metropolitana di Milano. Analizzando invece i dati di Bergamo in particolare, ci sono state giornate anche con numeri inferiori all’ondata di caldo del luglio 2022». Il metro di paragone più vicino è infatti con l’estate dello scorso anno, che soprattutto a luglio vide una tenace cappa d’afa, con parecchio stress sui servizi di emergenza: «In particolare ci furono dieci giorni di fortissimo afflusso – ricorda Valoti -. Quest’anno è stato diverso. Perché? Abbiamo fatto alcune ipotesi: probabilmente nel 2022 c’era ancora una coda della pandemia, cioè patologie respiratorie che probabilmente andavano a incidere anche sulle esigenze di soccorso, specie per quello che riguarda i pazienti fragili. Quest’anno la circolazione del Covid è stata a livelli minimi e questo ha favorito anche la gestione dell’ondata di calore. Sui pronto soccorso, invece, la pressione è leggermente aumentata in quelli ubicati nelle valli (come Piario, ndr), per via della maggior concentrazione di villeggianti».

L’estate rimane comunque una stagione «calda» anche per il 118 e i pronto soccorso. Le stime di Areu – l’Agenzia regionale per l’emergenza-urgenza, cui fa capo il soccorso sanitario – parlano di una crescita costante, ogni anno, del 3% delle chiamate; in tutta la Lombardia nella settimana di Ferragosto le chiamate sono state oltre 25mila. «C’è però una forbice tra le chiamate e le missioni attivate (cioè l’invio di mezzi di soccorso, ndr): rispetto al passato – spiega Valoti – la forbice si sta ampliando, ci sono cioè più chiamate che non esitano nell’uscita per l’emergenza. Questo è legato anche alla mancanza di medici di base e di continuità assistenziale: sul 118 grava un maggior numero di chiamate legate a problematiche da medicina di base, e in assenza di medici il cittadino chiama il 118».

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