Effetto Covid anche sulle vacanze
Sei bergamaschi su 10 restano a casa

La crisi e il clima di incertezza hanno messo in ginocchio le famiglie e il turismo anche nella nostra provincia. Fusini (Ascom): «Tutto fermo sia in entrata che in uscita». Caselli (Confesercenti): «Molte attività saranno aperte»

Vacanze chiuse per Covid. Dopo l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da coronavirus, ora su imprese e famiglie si fa sentire anche la crisi economica. Così, tra portafogli che si svuotano, incertezze, paure e preoccupazioni per la pandemia e per il lavoro, soprattutto da noi risulta difficile parlare di ferie: le ultime stime dicono che sei bergamaschi su dieci quest’estate dovranno rinunciare alle vacanze. Una rinuncia che è poca cosa rispetto al dolore per lutti profondi. Il nostro territorio, il più colpito del Paese con oltre 6mila decessi per pandemia, si sta rialzando, ma si tratta di una ripartenza molto complicata, tra restrizioni per evitare una nuova diffusione dei contagi che si ripercuotono sui luoghi di lavoro e nella vita di tutti i giorni e la voglia di tornare a un minimo di normalità. Nessuno se la prende con il lockdown, ritenuto fondamentale per arginare la diffusione del virus. Il fermo delle attività lavorative ha però fatto sì che ancora oggi molti lavoratori bergamaschi siano in cassa integrazione, altri hanno ricominciato a lavorare ma a ritmi ridotti, altri invece il posto di lavoro l’hanno perso. Una percentuale altissima d’imprese bergamasche, a partire da quelle commerciali, micro, piccole e medie, nella stagione estiva resteranno aperte per tentare di recuperare parte dei fatturati azzerati dal lockdown: per molte ciò sarà fondamentale per la loro sopravvivenza e per salvare posti di lavoro. Il dato relativo ai bergamaschi che salteranno le vacanze estive è maggiore rispetto alla media riportata dai numerosi sondaggi condotti in questo periodo su scala nazionale (citiamo quelli di Noto sondaggi per Il Sole 24 Ore, mUp Research e Norstat per Facile.it, Swg per Confturismo-Confcommercio), che parlano di un italiano su due costretto a rinunciare quest’estate alle vacanze, soprattutto per mancanza di fondi. A Bergamo, chi ne ha la possibilità sfrutterà le seconde case, altri si concederanno qualche weekend, allungandoli magari di pochi giorni. Per chi invece le potrà fare, saranno vacanze quasi esclusivamente in Italia, per periodi più brevi rispetto al solito; molti opteranno per un appartamento (privato o in residence) rispetto al tradizionale albergo. «Certamente molti italiani escludono di voler o poter andare in vacanza – osserva Filippo Caselli, direttore Confesercenti Bergamo e neo direttore Confesercenti regionale Lombardia -, ma in questo periodo almeno una persona su due ha già deciso che andrà in ferie e la maggior parte di queste resterà in Italia con soluzioni di alloggio casa-vacanza dove è più semplice controllare il distanziamento sociale. Non abbiamo al momento dati relativi agli spostamenti dei bergamaschi ma crediamo che queste considerazioni possono valere anche per i nostri concittadini. Vero è che molti piccoli imprenditori terranno aperta la propria attività o la chiuderanno per pochissimi giorni: in gioco c’è il tentativo di recuperare fatturati persi a causa del lockdown intercettando flussi di consumatori che quest’anno, più degli altri anni, rimarranno in città e nei paesi, trattenuti da incertezza generale sul futuro, timore per i contagi e talvolta anche da una scarsa spinta emotiva per quanto successo negli scorsi mesi. Chi rimane sarà ricompensato dalle bellezze del nostro territorio e dai numerosi percorsi turistici». Il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini, sottolinea che «il turismo è fermo in entrata e in uscita. I dati diffusi da Federalberghi pochi giorni fa sul mese di giugno sono eloquenti. In Italia sono state perse l’80% delle presenze e il 93% di quelle straniere. Bergamo purtroppo come epicentro della pandemia in Italia, sta facendo persino peggio, i bergamaschi più di altri non stanno andando in ferie. In primo luogo perché quelli che hanno lavorato hanno usato le ferie per i congedi necessari per accudire i figli; chi è andato in cassa integrazione invece non ha maturato le ferie. C’è poi il grave problema economico delle famiglie conseguente alla pandemia. Anche il voucher vacanze ha un effetto boomerang. Piace alla gente che lo sta chiedendo ma non sa ancora dove, come e quando spenderlo. Un concetto che prevale – sottolinea Fusini - è chiedere il bonus vacanze e capire come utilizzarlo nelle prossime settimane. Questo accorcia ancora di più la stagione turistica che non è ancora decollata, sia sul versante degli operatori, sia su quello delle famiglie».

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