Gleno, tra storia e paesaggio: quel che resta dopo un secolo

VAL DI SCALVE. Sabato 25 novembre nell’aula magna dell’Università il convegno sul crollo della diga. Saranno presentati i risultati dell’indagine svolta sul territorio e un volume dell’Ateneo.

Il disastro della diga del Gleno, nel suo centesimo anniversario, arriva anche in Università. Sabato 25 novembre l’aula magna dell’Università di Bergamo, in Sant’Agostino, ospita il convegno nazionale «A partire da quel che resta. Il disastro del Gleno tra storia e paesaggio, memoria e futuro», in programma dalle 9 alle 13.

L’evento arriva al termine di un lavoro, durato due anni, portato avanti dall’Università di Bergamo sul tema del Gleno: il Centro studi sul territorio «Lelio Pagani» ha coordinato un progetto nel quale i docenti universitari di diverse discipline hanno affrontato il tema del disastro servendosi di diversi sguardi, dalla storia ingegneristica a quella del processo, dalla morfologia del territorio alla sociologia della memoria.

Il convegno sarà l’occasione per ricondurre a unità i numerosi aspetti di una vicenda complessa come quella del Gleno e rendere così omaggio alle comunità colpite, proprio a pochi giorni dalla celebrazione del centenario.

Il programma

Dopo i saluti istituzionali del rettore Sergio Cavalieri e delle altre autorità (interverrà anche il prorettore alla didattica dell’Università di Brescia, che ha collaborato con l’Università di Bergamo in questo lavoro, dedicato a una vicenda storica che ha interessato entrambe le province), la prima parte vedrà gli interventi di Marco Pilotti e Andrea Belleri, sugli aspetti idraulici e strutturali dell’incidente, e di Mimmo Franzinelli, sul passaggio dalla preparazione del disastro alle retoriche della memoria. Nella seconda parte, invece, verrà presentato il volume recentemente edito dall’Università, consultabile liberamente on line, che reca il medesimo titolo del convegno. Interverrà in questa occasione il curatore, Lorenzo Migliorati, con Mauro Varotto e Angelo Bendotti.

Sono già più di 400 le persone prenotate (l’accesso rimane libero, ma sino al limite massimo di capienza dell’aula, fissato a 500 posti), tra i quali gli studenti di alcune scuole. Sono stati coinvolti, in particolare, gli studenti della rete Centro di protezione per la Protezione civile: dopo alcune lezioni introduttive tenute dai docenti universitari nelle scuole, ora saranno i ragazzi a seguire il convegno in Università e infine, la primavera prossima, a recarsi in escursione alla diga.

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