«I contagi zero sono ancora lontani»
A maggio numeri di nuovi casi costante

Andrea Remuzzi (Unibg): «Sia a Bergamo che a Brescia l’aumento dei nuovi casi a maggio è rimasto costante. Possono aver inciso sia le modalità di effettuazione dei tamponi che le regole sul distanziamento».

Un altro incremento giornaliero di casi positivi intorno alle dieci unità. I sette contagi registrati ieri nella Bergamasca si inseriscono nel trend di giugno in cui l’aumento dei positivi si è confermato assai contenuto nell’arco di una settimana, nonostante le riaperture del 18 maggio e il possibile impatto sulla curva dei contagi. Sette nuovi casi positivi tra Bergamo e provincia sulla base di 8 mila tamponi processati in Lombardia restano un dato incoraggiante, così come i 12 casi positivi del giorno precedente (su 13.696 tamponi nella regione) e il solo contagio riscontrato nella Bergamasca il 4 giugno (su 3.410 test effettuati in Lombardia).

Il totale aggiornato è di 13.558 contagi e 3.096 vittime per Covid-19, con la media di un decesso al giorno nell’ultima settimana. I dati provinciali certificano il rallentamento progressivo dei contagi e anche a livello regionale i 125 nuovi positivi (+142 il giorno prima) rappresentano una percentuale esigua nel rapporto con i tamponi giornalieri processati (1,6%). Il dato complessivo sul territorio regionale è di 90.195 contagiati e 16.270 decessi per Coronavirus (+21 in un giorno). Diminuiscono i ricoverati nelle terapie intensive (107 i posti occupati, -3 in un giorno) e nei reparti ordinari (2.801, -39) e sono 54.505 i guariti e dimessi (+183). Il dato nazionale è di 234.998 casi accertati (+197), 33.899 decessi (+53) e 165.837 guariti e dimessi (+759). Il calo dei contagi è evidente, eppure i nuovi positivi in Lombardia superano ogni giorno la metà dell’incremento nazionale e l’indice di contagiosità Rt (che misura la potenziale trasmissibilità della malattia dopo l’applicazione delle misure di contenimento) resta il più alto in Italia con un aumento costante: 0,53 il 12 maggio; 0,75 il 26 maggio; 0.91 il 3 giugno.

«Stime approssimative»

Andrea Remuzzi, docente di Ingegneria biomedica all’Università di Bergamo, fornisce una chiave di interpretazione dei dati: «Le stime che si fanno sono ancora molto approssimative. Dipendono infatti dai campionamenti fatti e dalla frazione della popolazione immune. Nel nostro territorio questa frazione sembra considerevole, ma non stimata ancora in modo sistematico. Quello che si sta verificando un po’ in tutta l’Italia è che, anche per via del distanziamento, l’espansione del virus sembra ormai in fase finale. Inoltre i dati di continua diminuzione dei pazienti ricoverati confermano questo andamento». Remuzzi individua però una particolarità nelle province di Bergamo e Brescia: «Mentre ci si aspettava che il numero dei casi totali sarebbe arrivato ad un massimo già verso la fine di aprile, anche con incrementi zero dei contagi, questa situazione non si è ancora verificata e per tutto il mese di maggio l’aumento di nuovi casi è stato costante, anche se contenuto. Le ragioni di questo andamento possono dipendere da molti fattori, tra cui il cambiamento delle modalità di effettuazione dei tamponi e il rallentamento del distanziamento. Questa situazione – sottolinea Remuzzi – impone di non rallentare l’uso del distanziamento e delle protezioni individuali. Oggi la probabilità di incontrare persone infette è molto più bassa che nel mese di marzo, ma il rispetto delle regole da parte di tutti può limitare la contagiosità di quelle poche persone ancora in grado di trasmettere l’infezione».

Il tasso di contagiosità

Poi una precisazione sui parametri per valutare il tasso di contagiosità: «I valori ancora alti dell’indice Rt sembrano dovuti a questa continua, anche se contenuta, incidenza di nuovi casi. Mentre l’indice R0 rappresenta il numero riproduttivo di base e indica quante persone in media potrebbero contrarre la malattia da una singola persona infetta e viene usato per caratterizzare la fase iniziale dell’epidemia, l’indice Rt rappresenta il numero di nuovi casi al momento attuale e dipende anche dal numero di persone che hanno sviluppato immunità all’infezione. Poiché questi indici sono calcolati sulla base dei dati rilevati, che sono solo un campione della popolazione, la loro validità dipende da come il campione è rappresentativo della popolazione. È per questo che è necessario continuare a fare indagini nella popolazione estendendo e pianificando queste analisi. Gli indici inoltre sono variabili nel tempo e sono più rappresentativi i valori medi calcolati».

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