Il 31 maggio è la Giornata mondiale senza tabacco. I dati dell’Istituto Superiore di Sanità

Ogni anno il fumo uccide circa 700 mila persone in Europa: questo dato rende il consumo di tabacco il principale rischio evitabile per la salute. Lunedì 31 maggio è la Giornata mondiale contro il fumo.

«Il consumo di tabacco ha raggiunto le dimensioni di un’epidemia globale che uccide quasi 6 milioni di persone ogni anno, di cui più di 600.000 sono non fumatori che muoiono per il fumo passivo (WHO, 2014)». Nella Giornata mondiale senza il tabacco, che cade a livello internazionale lunedì 31 maggio, L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) stima che, «se non saranno attuate efficaci politiche di contrasto, entro il 2030 moriranno ogni anno oltre 8 milioni di fumatori e più dell’80% di questi decessi prevedibili sarà tra le persone che vivono nei paesi a basso e medio reddito (WHO, 2014).

Ogni anno il fumo uccide circa 700 mila persone in Europa: questo dato rende il consumo di tabacco il principale rischio evitabile per la salute. Inoltre milioni di cittadini dell’Ue soffrono di malattie correlate al fumo, tra cui cancro, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie. Circa il 50% dei fumatori muore in media 14 anni prima e chi fuma è affetto per più anni da condizioni precarie di salute.

L’Istat riferisce che «secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), durante il lockdown sono diminuiti i fumatori di sigarette tradizionali, ma sono aumentati i consumatori di tabacco riscaldato e sigaretta elettronica, alto il numero anche di chi li ha provati per la prima volta proprio durante questo periodo. Tra i fumatori di sigarette tradizionali chi non è riuscito a smettere ha invece aumentato il numero di sigarette fumate». 

«Abbiamo fatto fatica in questi 14 mesi a accettare la morte di oltre 110 mila persone a causa della pandemia da Covid 19, e ci siamo preoccupati per trovare una cura adeguata, il vaccino e quant’altro potesse alleviare le sofferenze patite soprattutto nel territorio bergamasco eppure - commenta la Lilt di Bergamo, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori - accettiamo che ogni anno 93.000 persone in Italia muoiano per cause riconducibili al fumo di sigaretta, anche se sappiamo cosa fare per evitare questi decessi».

«Non iniziare a fumare o iniziare il percorso per smettere, sono gli strumenti per evitare morti e sofferenze» continua la Lilt di Bergamo. In questa direzione l’associazione è in campo, fin dal 1994, con l’offerta di corsi di disassuefazione al fumo e con la presenza nella scuola primaria con progetti specifici dedicati ai bambini per rafforzare la capacità dei piccoli di opporsi a abitudini pericolose. «Per quanto riguarda i minori, i dati forniti dallo studio HBSC che coinvolge gli studenti di 11, 13 e 15 anni in tutte le Regioni italiane mostrano che nel 2018, anno dell’ultima rilevazione, la quota di ragazzi che dichiarano di aver fumato sigarette almeno un giorno negli ultimi 30 giorni aumenta sensibilmente con il progredire dell’età, sia nei ragazzi che nelle ragazze, con una marcata differenza di genere a 15 anni (24,8% nei ragazzi, 31,9% nelle ragazze)» spiega Lucia De Ponti, presidente della Lilt di Bergamo: «È solo il caso di sottolineare come il fumo sia devastante nei giovanissimi, ma in particolare nelle femmine, - dichiara De Ponti- e come sia indispensabile intervenire prima dell’età adolescenziale, nella quale è difficilissimo indurre modifiche di comportamento»».
Per smettere di fumare si può inviare una mail a [email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA