Il caro vita erode anche i risparmi: «bruciati» 6.757 euro a famiglia

Il report. L’effetto della svalutazione del potere d’acquisto dei depositi a fronte dell’aumento dei prezzi: la stima della Cgia per il biennio 2022-2023. Per Bergamo un «conto» da 3 miliardi

Come una tassa invisibile, o – in metafora – come una termite che silenziosamente erode quel che si trova davanti. L’inflazione è anche questo, per i risparmi dei cittadini: una inesorabile erosione del potere d’acquisto dei propri depositi bancari, una svalutazione di quel valore. In concreto: se oggi sul conto ho 10mila euro ma l’inflazione annua è pari al 10%, virtualmente il risparmiatore rischia di aver «perso» mille euro, pur avendoli ancora sul conto.

L’allarme lo ha rilanciato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, osservatorio attento alle dinamiche economiche di imprese e famiglie, da cui giunge una stima pesante: nel biennio 2022-2023, a fronte degli attuali livelli d’inflazione, le famiglie bergamasche potrebbero fare i conti con una perdita del potere d’acquisto pari – in media – a 6.757 euro. È appunto l’effetto di «svalutazione» dei propri risparmi, a fronte del contemporaneo aumento dei prezzi. La Cgia parte dal dato di 24 miliardi e 318 milioni di euro depositati sui conti correnti delle famiglie bergamasche al 31 dicembre 2021 – appunto alla vigilia dell’innescarsi della spirale inflazionistica – e proietta gli effetti di 24 mesi (tutto il 2022 più le stime sul 2023) con i prezzi al galoppo; complessivamente, la svalutazione dei risparmi del totale delle famiglie bergamasche avrebbe un volume di 3 miliardi e 161 milioni di euro.

Bergamo è la 31ª provincia d’Italia per perdita del potere d’acquisto medio di ogni famiglia; sul podio ci sono Bolzano (svalutazione di 10.542 euro a famiglia sul biennio), Milano (8.500 euro) e Trento (8.461 euro). Nell’intero Paese, la svalutazione assumerebbe la cifra monstre di 164 miliardi di euro. La Cgia lo definisce un conto «spaventoso», paragonabile a una «patrimoniale».

Effetti e contromisure

«L’inflazione ha un effetto di svalutazione sui risparmi, è un dato di fatto noto», premette Carlo Piarulli, bergamasco, a capo del Dipartimento Credito di Adiconsum nazionale e già presidente regionale dell’associazione dei consumatori. La soluzione a questo nodo non è semplice, anche se la premessa è che gli effetti sono legati alla durata della spirale inflazionistica. Ma che fare, per tutelare i propri risparmi? «È sempre fondamentale valutare la tipologia dei prodotti su cui si vuole investire il proprio risparmio, in relazione alla propensione al rischio e alla necessità di mantenere in modo prudente un livello di rendimento del proprio risparmio che sia adeguato – spiega Piarulli –. La soluzione non è certo correre dei rischi con investimenti, pur di non lasciar erodere i depositi dall’inflazione».

Peraltro, alcuni dati indicano come le famiglie bergamasche in questa fase di incertezza abbiano aumentato la consistenza dei propri risparmi: non un paradosso, ma una dinamica nota legata alla maggior propensione al risparmio che si innesca nei momenti di incertezza, per poter poi affrontare eventuali spese impreviste. «In queste situazioni è importante l’educazione finanziaria. Tra i prodotti finanziari disponibili – prosegue Piarulli –, ne esistono alcuni a medio-lungo termine che consentono di avere rendimenti che in qualche modo attenuano l’effetto dell’inflazione. Come? Siccome si auspica che l’inflazione non duri perennemente a livelli così alti ma che sia ciclica, l’investimento in prodotti di medio-lungo periodo consente di contenere i danni durante la fase inflattiva; dopodiché, quando l’inflazione scende, il rendimento dell’interesse diventa vantaggioso perché superiore all’inflazione».

In questa fase, tuttavia, anche i rischi sono dietro l’angolo. Trading online e criptovalute impazzano, veicolate anche dai social, ma «occorre prendere con le pinze questi prodotti – avverte Piarulli –. Sono all’ordine del giorno truffe relative a piattaforme in realtà inesistenti. Sul sito della Consob è disponibile l’elenco delle società regolarmente autorizzate. Serve però sempre avere una conoscenza e la consapevolezza di questi strumenti, senza diversificare eccessivamente su di loro».

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