Il cimitero monumentale entra nell’Atlante dei cimiteri significativi italiani

BERGAMO. Si tratta di una pubblicazione che ha l’obiettivo di valorizzare i cimiteri come luoghi della memoria e per la prima volta c’è anche il monumentale cittadino.

Il cimitero monumentale di Bergamo entra ufficialmente nell’Atlante dei cimiteri significativi italiani: nel corso del meeting annuale dell’Association of significant cemeteries in Europe sui cimiteri monumentali europei, che si è tenuto nei giorni scorsi a Mantova, è stato presentato l’Atlante 2023 dei cimiteri significativi italiani, nel quale, per la prima, volta entra il monumentale di Bergamo.

La pubblicazione, condivisa dal Ministero della Cultura e da Utilitalia-Sefit, ha l’obiettivo di valorizzare i cimiteri come luoghi della memoria: complessi monumentali di grande valore storico ed artistico, beni culturali al pari di altri monumenti e luoghi d’arte più visitati. I cimiteri non sono solo luoghi dell’intimità e della memoria, ma anche spazi di civiltà che custodiscono un patrimonio storico-artistico e monumentale di particolare pregio che va tutelato e valorizzato.

Sculture marmoree e bassorilievi bronzei, cappelle neogotiche e mausolei in stile liberty, monumenti funerari e lapidi commemorative caratterizzano i principali cimiteri monumentali italiani. Oltre ai più noti cimiteri italiani come quello di Roma, Milano, Torino, Bologna, Genova, Ferrara, Parma, Siena, Venezia e Verona, nell’edizione 2023 sono entrati a far parte dell’Atlante anche i cimiteri di Bergamo, Avigliana, Brescia, Lecce e Troina.

«Il cimitero monumentale è al centro di un processo di valorizzazione culturale, storica e artistica - spiega l’assessore Giacomo Angeloni - L’ingresso del cimitero di Bergamo nell’atlante dei cimiteri è una piccola cosa, forse, ma che ci riempie di orgoglio. Siamo consapevoli, infatti, che gli sforzi per rafforzare la proposta culturale che riguarda il nostro cimitero monumentale (attraverso visite guidate, pubblicazioni, ecc.) siano molto apprezzati dai nostri concittadini

La storia del cimitero monumentale di Bergamo

A partire dal 1810, in pieno regime francese, la Città di Bergamo si dovette adeguare ai decreti napoleonici, tra cui il più famoso, quello di Saint-Cloud del 1804, che imponeva la costruzione di cimiteri civici per questioni d’igiene e di salute pubblica. L’editto in questione comportò dei grandi cambiamenti, dato che fino alla fine del Settecento le sepolture avvenivano all’interno delle chiese o in spazi a esse adiacenti, tra cui il sagrato. In ottemperanza a tali disposizioni, Bergamo cominciò a dotarsi di quattro cimiteri, uno per ogni rione dell’abitato: quello di San Giorgio nel quartiere della Malpensata, quello di Santa Lucia posto nel quartiere omonimo, quello di Valtesse e quello di San Maurizio.

Il 2 marzo 1896 la municipalità cittadina decise di costruire il nuovo, grande cimitero unico, pubblicando un bando di concorso nazionale: il nuovo cimitero si sarebbe costruito accanto a quello già esistente di San Maurizio che, a differenza degli altri tre, non sarebbe stato abbattuto bensì inglobato nel nuovo impianto.

Il progetto di Pirovano, architetto della stazione centrale di Milano

Il progetto vincitore, sui quasi cinquanta pervenuti, fu quello dell’architetto milanese, Ernesto Pirovano (1866-1934), lo stesso architetto che progettò la stazione centrale di Milano. Nel 1900 partirono così i lavori per la realizzazione di quello che per molti è tato ricordato come Cimitero Unico, oggi chiamato Monumentale. Il cantiere è ricordato negli scritti dell’epoca come il più grande della storia della città, perché vi lavorarono centinaia di operai. Nel maggio del 1904, dopo la benedizione dell’allora vescovo di Bergamo, Monsignor Gaetano Camillo Guindani, il Cimitero nuovo cominciò ad accogliere i primi defunti.

Il cimitero monumentale oltre ad essere luogo in cui si ravviva il ricordo dei propri cari, conserva al suo interno un ricchissimo patrimonio di sculture e architetture del XX secolo, come un vero e proprio museo a cielo aperto. È anche uno straordinario luogo di memoria storica e artistica del territorio bergamasco. Attraverso i suoi viali alberati, infatti, si possono ripercorrere le vicende della comunità cittadina, riconoscendo nei ritratti, i personaggi che hanno fatto la storia della Città di Bergamo.

I defunti famosi che riposano a Bergamo

Vi si trovano sepolti il letterato Ciro Caversazzi, il politico Angelo Mazzi, i compositori Antonio Cagnoni e Alessandro Nini da Fano, il tenore Alessandro Virginio Dolci, il direttore d’orchestra Gianandrea Gavazzeni, il pittore Mario Sironi, il designer Pio Manzoni, lo stilista di moda Nicola Trussardi, il calciatore Piermario Morosini, il fondatore dell’Associazione Italiano Donatori Organi, Giorgio Brumat, il senatore, membro dell’Assemblea Costituente Giuseppe Belotti, il pittore Trento Longaretti.

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