«Il Paese deve avere memoria del Covid». Martedì su «L’Eco» l’intervista a Franco Locatelli

La ricorrenza. A tre anni dallo scoppio della pandemia, il presidente del Consiglio superiore di Sanità traccia il bilancio dell’epidemia: dai primi drammatici mesi alla svolta della campagna vaccinale.

Anche nel dramma più aspro può scorgersi un insegnamento: è quello dell’esperienza, costruita giorno dopo giorno da tre anni a questa parte, impastando la scienza con la ragione. Il 21 febbraio del 2020, un venerdì, da Codogno affiorava l’ufficialità dei primi positivi italiani a quel «nuovo coronavirus»; di lì a poco la macchia del contagio si sarebbe allargata con inesorabile violenza, mareggiando sulla Bergamasca un’inedita ondata di dolore e lutto. «Questo Paese deve avere memoria del suo passato», sottolinea Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, bergamasco in prima linea nella gestione della pandemia, già coordinatore del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza-Covid.

Il bilancio di tre anni

Nell’ampia intervista che martedì 21 febbraio sarà pubblicata su L’Eco di Bergamo, Locatelli ripercorre le più importanti e drammatiche tappe degli ultimi tre anni, tracciando un bilancio della gestione del Covid e delle prospettive dell’epidemia che ormai si sta avviando alla sua fase endemica: «Questa pandemia - ha detto Locatelli - ci ha insegnato a essere pronti all’emergenza. Ci saranno ancora delle oscillazioni nei numeri in funzione della stagionalità, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che la tragedia vissuta sia lontana rispetto alla situazione attuale».

Approfondisci l'argomento sulla copia digitale de L'Eco di Bergamo del 21 febbraio

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