Il taglio degli alberi in piazza Dante
Fascicolo in Procura. Lunedì il cantiere

Per ora c’è solo un atto esplorativo, senza ipotesi di reato, ma il caso del taglio di 11 dei 14 alberi in piazza Dante continua a far discutere.

«Lasciatemi vivere», recita il cartello appeso ai tronchi delle piante di piazza Dante. In effetti la vicenda delle piante sembra destinata a ramificare dalla piazza fino agli uffici della Procura. Sul previsto taglio di 11 dei 14 alberi che coronano la piazza la Procura ha infatti aperto un fascicolo modello 45, cioè al momento senza ipotesi di reato. Non è escluso che l’eventuale contestazione possa essere formalizzata nei prossimi giorni in un fascicolo contenente una notizia di reato vero e propria, ma per ora l’atto è una sorta di primo passo introduttivo, in attesa di verificare se ed eventualmente in quali termini possa essere aperta un’inchiesta.

A dare il là all’apertura del fascicolo esplorativo è stato l’esposto presentato giovedì negli uffici di piazza Dante da alcuni degli attivisti più impegnati nella battaglia per la difesa degli alberi, destinati a essere tagliati con l’avvio del cantiere per la riqualificazione della piazza e del centro piacentiniano, previsto per lunedì 27 gennaio.

L’esposto degli attivisti, e l’apertura di un fascicolo (modello 45) senza ipotesi di reato, è una sorta di escalation della polemica nata e decollata sui social dopo la notizia del taglio pubblicata su L’Eco e il seguente intervento dell’architetto Mariola Peretti, componente del team di progettazione incaricato dal Comune. «Una scelta ponderata, non un capriccio estetico», aveva spiegato Peretti, motivando la decisione con la necessità di garantire l’impermeabilizzazione delle coperture e il consolidamento delle strutture dell’ex albergo Diurno nel sottosuolo, vincolato dalla Soprintendenza, ma messe in pericolo dalle radici degli alberi, piantati 70 anni fa alla fine del cantiere.

Ma le spiegazioni della progettista hanno incendiato i social, scatenando la protesta degli attivisti che contestano il piano e l’ipotesi che gli alberi di piazza Dante siano malati. «Gli alberi non hanno voce, ma noi sì. Protestiamo contro decisioni poco trasparenti che privilegiano interessi di alcuni mettendo a rischio il nostro futuro», recita un post del gruppo Facebook «Salviamo gli alberi di piazza Dante e di Bergamo!», creato il 22 gennaio sulla scorta delle critiche mosse in rete dal comitato Bergamo Bene Comune per il quale «non c’è un documento ufficiale che attesti il reale stato delle piante», spiega Giovanni Ginoulhiac.

Punto di riferimento della protesta la perizia inviata dall’agronomo Alberto Magri al comitato secondo cui, salvo nel caso degli aceri, le piante «non sono malate. Certo, il trapianto è sconsigliabile, ma visti i cambiamenti climatici in atto conservare il più possibile gli alberi comporta dei vantaggi ecosistemici evidenti. E quanto all’ipotesi di piantare nuovi alberi al posto di quelli tagliati, l’impatto sull’ecosistema di piante giovani è diverso rispetto ai vantaggi offerti dagli alberi attuali».

Nessun commento ieri sull’esposto dal Comune. Ma secondo Palafrizzoni la questione della salute delle piante sarebbe un falso problema: non andrebbero tagliate perché malate, ma perché non è possibile ripiantarle altrove.

Su L’Eco di Bergamo del 25 gennaio l’intervento degli assessori Francesco Valesini e Marzia Marchesi, che spiegano il progetto per il rifacimento di tutta piazza Dante, ribadendo che gli alberi saranno ripiantumati.

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