
(Foto di Yuri Colleoni)
IL PELLEGRINAGGIO. «Scegliamo di non rassegnarci alla brutalità, alla violenza e alla guerra», ha detto monsignor Beschi a Roma.
Roma
«La porta è Cristo, il gesto simbolico di attraversare la Porta Santa ci dice qualcosa di molto significativo per un credente: la mia vita, per poter entrare in una speranza che nessuna delusione può sconfiggere, deve passare attraverso Cristo, seguirlo, conoscerlo, amarlo, incontrarlo».
Sono le parole che il Vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, ha rivolto nella mattina di venerdì 11 luglio ai pellegrini durante la Messa celebrata nella chiesa di Santa Maria in Traspontina, in via della Conciliazione. Poco tempo prima, esattamente alle 9,54, i 150 fedeli partiti per il pellegrinaggio diocesano giubilare avevano attraversato la prima Porta Santa nella vicina Basilica di San Pietro. I pellegrini hanno poi sostato in preghiera di fronte alla tomba di Papa Roncalli e a quella di San Pietro, recitando il «Credo».
«A partire dall’esperienza che stiamo vivendo - ha aggiunto monsignor Beschi - vogliamo scegliere la speranza in nome di Cristo. Scegliamo di non rassegnarci alla brutalità, alla violenza e alla guerra e di alimentare la profezia della pace. Scegliamo di non rassegnarci alla pandemia della solitudine e di aprire ogni giorno la via dell’incontro. Noi scegliamo la speranza». Nel pomeriggio la visita guidata ai principali luoghi di interesse della città di Roma.
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