La Goletta dei laghi nel Sebino
Sponda orobica ok, acque eccellenti

I campionamenti di Legambiente concordano con Ats. Valori entro i limiti anche alle foci. Confermato l’andamento positivo dell’anno scorso.

Per il secondo anno consecutivo, i quattro campioni d’acqua del lago d’Iseo raccolti da Legambiente nei pressi delle spiagge bergamasche sono risultati non inquinati; peggiora invece la situazione davanti alle spiagge bresciane: delle tre controllate, due sono risultate «fortemente inquinate» al contrario dell’anno scorso quando anche i loro parametri rientravano nei limiti fissati dall’associazione ambientalista in base alla normativa nazionale. È questo l’esito della campagna di analisi microbiologiche condotte dalla Goletta dei laghi che, da 11 anni, fa tappa sul Sebino oltre che nei maggiori laghi italiani. L’obiettivo dell’iniziativa è individuare le fonti di inquinamento batterico causato da cattiva depurazione o scarichi illegali. I risultati di Legambiente sono in linea con quelli dell’Ats di Bergamo: pur facendo riferimento a limiti normativi diversi (l’azienda di tutela della salute bergamasca applica valori e classificazioni che derivano da un quadro normativo comunitario europeo), la qualità dell’acqua dei 17 punti della sponda occidentale del lago d’Iseo è classificata come «eccellente».

Le foci dei fiumi

«Con le analisi della Goletta dei Laghi – sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - vogliamo mettere in luce situazioni critiche che sfuggono ai controlli tradizionali. Anche quest’anno sono le foci dei fiumi e dei torrenti, insieme agli scarichi e alle canalizzazioni che sboccano a lago, i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta spesso all’insufficiente depurazione degli scarichi civili. Situazioni spesso cronicizzate che devono essere affrontare con urgenza, per garantire che la qualità dell’acqua sia all’altezza degli standard imposti dalle Direttive Europee e delle aspettative di residenti e turisti. Se vogliamo preservare i nostri laghi, l’azione delle amministrazioni e dei cittadini deve andare nella stessa direzione, ossia verso una migliore efficienza degli impianti di depurazione, e una maggiore diffusione di stili di vita più sostenibili».

I punti a rischio

Dunque il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al «maggior rischio» presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta.

Soddisfatto per l’esito delle analisi condotte nei comuni bergamaschi è Massimo Rota, presidente del circolo Legambiente Alto Sebino: «Anche quest’anno si conferma il trend che ha visto, dal 2019, tutti i punti monitorati sulla sponda bergamasca, entro i limiti di legge. Sappiamo che le foci dei fiumi sono oggetto di scarichi non collettati per questo da più di 10 anni monitoriamo il loro andamento in fatto di inquinanti. Fa piacere constatare le nostre pressioni unite a quelle dei comuni rivieraschi abbia limitato e stia limitando i danni in un ambiente delicato come è quello lacustre. Continueremo a vigilare sul piano degli interventi degli ambiti territoriali ottimali affinché siano completati e ammodernati depuratori e collettori. Certo non può mancare uno sguardo attento alle reti fognarie comunali, che dovrebbero almeno avere una separazione tra le acque bianche e quelle nere, che invece nella maggior parte dei casi sono ancora miste. Occorrerà lavorare anche su questo fronte».

Anche le reazioni degli amministratori sono improntate all’ottimismo. Mauro Bonomelli, sindaco di Costa Volpino, comune dove si sono concentrate due delle quattro analisi della Goletta dei laghi, commenta: «I risultati positivi emersi dalle ultime analisi di Legambiente confermano un trend che deriva dall’impegno messo in campo dalle istituzioni e dalle società che negli anni si sono prese in carico la gestione del ciclo idrico integrato, realizzando importanti interventi di collettamento e depurazione. Oltre alle analisi di Legambiente, che si aggiungono a quelle delle autorità sanitarie, ci conforta in questo senso osservare la presenza di turisti che, sempre più numerosi, non temono di fare il bagno nel nostro lago, incoraggiando la nostra e le altre amministrazioni comunali a investire con sempre maggiore convinzione nel settore del turismo e nelle infrastrutture a disposizione di chi sceglie di passare il proprio tempo libero sul Sebino».

Tavoli di lavoro

Nicola Macario, assessore al bilancio del comune di Lovere e coordinatore del G16, il raggruppamento di tutti e sedici i comuni lacustri, aggiunge: «I risultati di Legambiente fanno ovviamente piacere, ma non abbassiamo la guardia, anzi rilanciamo. All’interno del G16 abbiamo deciso di costituire quattro tavoli di lavoro dedicati a quattro diverse aree di intervento. Una di queste è proprio quella ambientale: puntiamo a realizzare interventi significativi per migliorare ulteriormente la qualità delle acque di tutto il Sebino».

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