L’addio a monsignor Scarpellini
Il Papa: «Ha dato la vita per il suo popolo»

Il messaggio di Papa Francesco per le esequie del vescovo Eugenio Scarpellini, in Bolivia. Monsignor Gualberti: «Un missionario generoso, instancabile e illuminato. Terremo vivi i suoi insegnamenti».

«Il vescovo Scarpellini è stato un missionario generoso, instancabile, illuminato, con un cuore grande, ricco soltanto del Vangelo che ha testimoniato con passione a tutti, soprattutto ai più poveri e deboli. La sua morte non ci lascia soli, perché terremo vivi i suoi insegnamenti». Con queste parole, lunedì 20 luglio alle 11 (ore 17 in Italia), nella Cattedrale della Madonna di Candelaria, durante i funerali, monsignor Sergio Alfredo Gualberti, nativo di Clusone, arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, ha ricordato vita e opera di monsignor Eugenio Scarpellini, vescovo di El Alto. Positivo al coronavirus, è scomparso improvvisamente a 66 anni il 15 luglio scorso per attacco cardiaco nell’ospedale del Sacro Cuore dove si era recato per un controllo.

Nativo di Verdellino, nel 1987 era partito come prete missionario Fidei donum per la Bolivia, diventando nel 2010 vescovo ausiliare di El Alto, diocesi vastissima, costituita nel 1994 e afflitta da tante povertà, diventandone titolare nel 2013. A causa della pandemia, nella Cattedrale non c’era la bara (si trova nella sede delle pompe funebri e non si conoscono ancora luogo e data di sepoltura). C’era soltanto una semplice sedia coperta da un drappo bianco, su cui sono stati collocati mitria, pastorale e una Bibbia. Accanto un suo ritratto su un lenzuolo bianco, con la scritta «Nel tuo ritorno alla casa del Padre con eterna dolcezza e gratitudine». Una ventina i sacerdoti presenti e un gruppo di laici. Le esequie sono state presiedute da Aurelio Pesoa, vescovo ausiliare di La Paz. Concelebrante Giovani Edgar Arana, ausiliare di El Alto e amministratore diocesano della sede vacante.

Dopo il Vangelo, l’omelia dell’arcivescovo Gualberti, trasmessa in videomessaggio. «Il confratello Eugenio — ha esordito — è stato un grande amico. La sua morte inaspettata ha lasciato nel dolore i parenti, tante persone, la Chiesa di Bolivia e di Bergamo. Tutta la sua vita è stata un programma di santità». Riprendendo il Vangelo, monsignor Gualberti ha paragonato il vescovo defunto all’uomo delle Beatitudini. «Cristo definisce beati i poveri in spirito, gli afflitti, i miti, chi ha fame e sete di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per causa della giustizia. Così è stato il vescovo Eugenio, che senza risparmiarsi ha testimoniato il Vangelo con ansia e anche allegria. Ha difeso i deboli dai prepotenti, si è impegnato a costruire una società più umana che non escluda nessuno, ha risposto al male con il bene, seminando amore, pace, misericordia, dialogo e rispetto. Nel tuo paese di Verdellino hai amato Maria venerata nel santuario dell’Olmo e in Bolivia ha amato la Virgen Candelaria de Copacabana, patrona della nazione».

In videomessaggio, sono state poi ascoltate alcune testimonianze di sacerdoti, laici e religiose. Unanime il ricordo di stima e affetto per l’opera di evangelizzazione e anche di pacificazione durante il periodo turbolento seguito alla terza rielezione del contestato presidente Evo Morales, poi riparato all’estero. Infine la testimonianza di Ivan Arias, ministro delle Opere pubbliche, presente alle esequie. «Il vescovo Scarpellini è stato un uomo di grande coraggio, preoccupato per le sorti della nostra nazione e sempre vicino a tutti, senza nessuna distinzione». Prima della benedizione, è stato letto il telegramma di cordoglio inviato dal segretario di Stato cardinale Pietro Parolin a nome di Papa Francesco, in cui ha definito il vescovo Scarpellini «un pastore che ha dato la vita per il suo popolo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA