Litoranea, basta toppe
Il sindaco scrive a Conte

Pezzotti chiede al premier e agli altri enti un «intervento di messa in sicurezza atteso da decenni».

«Ottima notizia». Joris Pezzotti, il sindaco di Tavernola, è abituato a guardare sempre il bicchiere mezzo pieno ed è questa la ragione per cui commenta positivamente l’arrivo dei 250 mila euro stanziati da Regione Lombardia per risolvere i problemi causati dal dissesto idrogeologico a Riva di Solto, che da quasi un mese tiene chiusa la litoranea impedendo il transito dei veicoli fra il territorio del suo Comune, quello di Parzanica e quello di Riva di Solto. Tuttavia lo sguardo dell’amministratore deve anche saper guardare al di là dell’emergenza: «Ecco perché ribadisco con forza – aggiunge Pezzotti – che stanziare fondi dopo una frana o dopo uno smottamento non basta: la strada rivierasca ha bisogno di un intervento di messa in sicurezza complessivo, altrimenti saremo sempre costretti ad affrontare problemi e disagi».

Così ha preso (di nuovo) carta e penna e ha scritto una lettera indirizzata alla Provincia di Bergamo, a Regione Lombardia, all’Unione Province d’Italia, alla Conferenza delle Regioni, all’Anci, al ninistro dell’Ambiente Sergio Costa, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al prefetto di Bergamo Enrico Ricci, alla Comunità montana dei laghi bergamaschi e al G16. Obiettivo, sollevare il tema della «grave situazione della litoranea» che deve essere affrontata con «interventi strutturali». Tuttavia «proposte e studi si susseguono ormai da decenni senza che si trovino i fondi per supportare un intervento coordinato di messa in sicurezza di questa unica strada di collegamento sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo».

Negli ultimi anni «la fragilità di quest’area è andata sempre più peggiorando» e, paragonata alla sponda bresciana, mette in evidenza i limiti di un sistema che, in caso di emergenza, costringe i residenti a percorrere un tragitto alternativo lungo anche cento chilometri. «Pertanto – aggiunge Pezzotti – la percorribilità di questa unica via deve essere garantita e gli interventi necessari devono essere seriamente presi in considerazione dagli enti superiori. Bisogna trovare in fretta i fondi necessari per ovviare alle gravi problematiche di dissesto idrogeologico dell’area e mettere in sicurezza il percorso».

Se i cittadini sono esausti, anche per i turisti i problemi sono evidenti: «Persino durante le tre settimane dell’opera di Christo questa strada era chiusa – ricorda Pezzotti che aggiunge – non è accettabile che si discuta di piste ciclabili per poter completare il bellissimo giro del Sebino e non vi sia una strada che consenta in sicurezza la viabilità principale».

La lettera si conclude quindi con un appello rivolto a Regione Lombardia e Provincia di Bergamo «quali interlocutori della questione» affinché «si facciano carico di promuovere un’azione urgente, consistente e condivisa anche con la partecipazione del Governo centrale per realizzare gli interventi strutturali che non possono più attendere, né possono più essere sostituiti da piccoli lavori tampone».

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