Lombardia,Veneto, Emilia e Piemonte
Ecco la mappa del contagio al Nord

L’epicentro della diffusione del coronavirus viene considerato Codogno, nel Lodigiano. «Tutte le situazioni di positività hanno avuto contatti con il Pronto soccorso e l’ospedale di Codogno nei giorni del 18 e 19 febbraio», spiega l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.

Sono due i principali centri dell’emergenza coronavirus che, con due morti e finora 59 contagiati, tiene il Nord Italia in apprensione. La maggior parte dei casi, 47, sono in Lombardia, quasi tutti concentrati nel Basso lodigiano. A Casalpusterlengo è morta una donna, Giovanna Carminati, e ci sarebbero – il condizionale è dovuto al fatto che i test non sarebbero ancora definitivi – i primi due Covid-19 nel Milanese: un uomo di 78 anni di Sesto San Giovanni ricoverato al «San Raffaele» e un abitante di Mediglia, a sud del capoluogo. In Veneto invece solo un caso, l’uomo di 67 anni di Mira (Venezia), è al di fuori del comune di Vo’ Euganeo (Padova), paese sul versante ovest dei Colli Euganei dove sono concentrati gli altri undici casi. Compreso quello di Adriano Trevisan, 78 anni, prima vittima dell’epidemia. Una mappa per ora circoscritta, che presenta anche un caso in Piemonte, a Torino, anch’esso proveniente dal focolaio lombardo.

LOMBARDIA – È Codogno, poco più di 15 mila abitanti in provincia di Lodi, l’epicentro del coronavirus. «Tutte le situazioni di positività hanno avuto contatti con il Pronto soccorso e l’ospedale di Codogno nei giorni del 18 e 19 febbraio», spiega l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. «È tutto riferibile a quel territorio – puntualizza –: con cui tutti hanno avuto a che fare o per rapporti personali o per contatti con gli ospedali». Ben 35 delle 47 persone risultate positive (compresa la donna deceduta) sono state individuate nell’area di Codogno, centro principale della pianura lombarda al confine con l’Emilia.

Nell’ospedale della cittadina è stato ricoverato il cosiddetto paziente 1, M. M., 38 anni, sabato 22 febbraio trasferito al Policlinico «San Matteo» di Pavia, la provincia in cui risultano altri due contagiati. Si tratta di due medici, marito e moglie, residenti a Pieve Porto Morone, poco più di 2.600 abitanti sulla riva sinistra del Po e al confine con la provincia di Piacenza. Il marito è un medico di base della zona, la moglie una pediatra che, non a caso, lavora nella zona di Codogno. Contagiati in Lombardia, nel Cremonese, anche una donna di Sesto Cremonese e un uomo di Pizzighettone, nella Val Padana centrale lungo il fiume Adda, pochi chilometri a nord dalla confluenza nel Po. Il terzo caso della zona è un anziano di Soresina, ricoverato da alcuni giorni all’ospedale di Crema.

EMILIA-ROMAGNA – All’ospedale di Piacenza sono tre i pazienti risultati positivi al coronavirus, tutti legati al focolaio lombardo, tra cui l’infermiere addetto al triage all’ospedale di Codogno (Lodi) che prese in carico il manager lodigiano colpito da Covid-19. Gli altri due sono una donna di 82 anni residente a Codogno e di un cittadino lombardo di Maleo, sempre in provincia di Lodi. Tutti e tre sono calcolati tra i 46 lombardi.

VENETO – Vo’ Euganeo, Comune della prima vittima del coronavirus in Italia, fa parte del Parco regionale dei Colli Euganei e comprende nel suo territorio il Monte Venda, con i suoi 603 metri il più alto del comprensorio collinare. Qui si sono avuti 11 contagiati (compresa la vittima); il dodicesimo è di Mira (Venezia).

PIEMONTE – È ricoverato all’ospedale «Amedeo di Savoia» di Torino il primo paziente risultato positivo al virus in Piemonte. Si tratta di un quarantenne che lavora nell’hinterland torinese, a Cesano Boscone, paese alle porte di Milano per raggiungere il quale si sarebbe più volte servito del treno. Su e giù tra Piemonte e Lombardia, per una mappa che sembra destinata ad allargarsi.

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