Metà vincita data all’Airc
«L’ho fatto per mia madre»

Quando la vita ti mette davanti agli occhi la sofferenza e l’angoscia di perdere per sempre una parte di te, improvvisamente tutto diventa più limpido: ciò che conta davvero è chiuso dentro il cuore, è nella forza stessa della vita, nella speranza che, sì, rialzarsi è possibile grazie all’aiuto della scienza e della medicina. E forse è anche dentro il destino.

Lo sa bene Alan De Biasio, 33 anni, di Clusone ma con origini casertane. Un anno fa partecipò all’ «Eredità» – il programma serale di Rai Uno, allora condotto da Fabrizio Frizzi – e dedicò la sua vittoria e, soprattutto, la sua vincita alla mamma malata di cancro. Ma fece di più. Metà di quella ingente somma – ben 200 mila euro – la donò all’Airc , Associazione italiana ricerca sul cancro. «Era una promessa a mia mamma – racconta Alan – se avessi vinto, avrei donato metà del premio». Erano «i giorni della ricerca» che, dal 4 all’11 novembre, ogni anno coinvolgono tutti i programmi Rai in una staffetta di raccolta fondi a sostegno del lavoro di circa 5.000 ricercatori Airc. E quest’anno l’Associazione e la Rai hanno voluto proprio Alan come testimone di queste giornate dedicate alla campagna d’informazione sulla ricerca scientifica. Ma riavvolgiamo il nastro.

Alan De Biasio partecipa all’«Eredità» dal 4 al 14 ottobre 2017 «quando ancora c’era Fabrizio Frizzi» ricorda Alan. Dieci giorni in cui si conferma ogni sera campione ma la vittoria, quella vera, arriva il 4 novembre. Per quella serata condotta da Carlo Conti - primo giorno di raccolta fondi in favore della ricerca - la Rai manda in onda una puntata speciale: la sfida tra i sette migliori concorrenti dell’anno. Il campione poi avrebbe scelto quanto devolvere all’Airc. Alan arriva alla fase finale (ovvero la «ghigliottina», per gli amanti dell’«Eredità»). In gioco ci sono 200 mila euro. Ma lui non si fa ingolosire da tutti quegli zeri e in quella circostanza dice che sì la cifra era grossa, ma se avesse davvero fatto centro avrebbe donato la metà di quei soldi all’Airc. Alan trova la parola-chiave: «Leone». Eccolo il segno del destino. La parola che racchiude la forza e il coraggio di combattere contro il cancro. «Mia mamma era stata operata da poco, stava lottando con tutte le sue forze» racconta Alan. Un vero leone. E lì, dentro quell’emozione, Alan urla a perdifiato «Donate, donate, donate». Oggi ricorda quel momento come fosse ieri. «Lo rifarei di nuovo» dice convinto il giovane bergamasco. «Sono sempre stato sostenitore della ricerca – prosegue Alan – ma quando poi vivi da vicino il cancro ti rendi conto di quanto la ricerca sia importante». Alan non ha dubbi sulla sua scelta. Avrebbe potuto donare di meno, tenere per sé un bel gruzzolo, farsi qualche viaggio o comprare una bella auto. «Ma la ricerca ha salvato mia mamma- conclude Alan – .Io ho dato anche poco. Il destino mi ha soltanto dato l’occasione di farlo».

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